Una possibilità di convivere con il dolore e superarlo c’è. Secondo un’indagine epidemiologica quello cronico tormenta circa 15 milioni di persone solo nel nostro Paese per una durata media di otto anni. Oltre un quinto dei pazienti lamenta uno stato perdurante di dolore per almeno venti anni. Ancora più comune e più difficile da quantificare è il dolore acuto dovuto a innumerevoli motivi tra cui i più frequenti sono cefalee, stati infiammatori, coliche gastrointestinali e traumi. Il dolore non è più una sensazione che il paziente deve imparare ad accettare, ma secondo la legge 38 emanata nel 2010 ogni cittadino ha il diritto a non provare dolore accedendo alle cure palliative o alla terapia del dolore quando necessario. Il dolore come definizione è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale in atto o potenziale ma rimane un’esperienza individuale e soggettiva. Non un dolore, ma tanti dolori variabili da persona a persona e nello stesso individuo diverso in differenti momenti. E’ difficile misurarlo ma è più sensato cercare di quantificarlo in termini di effetti sulla persona dalla perdita di funzionalità temporanea alla vera e propria disabilità. Nonostante tante difficoltà la ricerca ci ha messo a disposizione molte armi prime fra tutte i farmaci.
dott. Alessandro Bovicelli