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Salute 16:14 | 14/05/2024 - Riccione

Donazione della compagnia dialettale 'Quei dal Funtanele' all'oncoematologia pediatrica di Rimini

Si è tenuta questa mattina (martedì 14 maggio) la cerimonia di ringraziamento per la donazione di un apparecchio K-Laser Cube 4, consegnato dalla Compagnia dialettale di Riccione “Quei dal Funtanele” all’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini. A distanza di poco più di 5 anni la compagnia dialettale di Riccione “Quei dal Funtanele” torna così a fare un’importante e generosa donazione alla Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale “Infermi” di Rimini. Nel 2018 i membri della compagnia hanno acquistato un ecografo che è tuttora utilizzato in reparto, in questo caso è stato donato un apparecchio K-Laser Cube 4 che andrà a sostituire un vecchio laser, ormai obsoleto.

Il nuovo dispositivo, utilizzando un fascio luminoso, favorisce il turn-over cellulare e la rigenerazione dei tessuti, grazie alle diverse frequenze d’impulso che sono tali da produrre una combinazione di analgesia, riduzione dell’infiammazione, biostimolazione del tessuto, attivazione del sistema immunitario ed effetto antimicrobico. Le cellule, in questo modo, possono assorbire i nutrienti più rapidamente, eliminando, al contempo, le sostanze di scarto, cosicché i tessuti vengano riparati più rapidamente. Il laser è già utilizzato in reparto da tempo per la cura soprattutto delle ulcere della bocca conseguenti alla chemioterapia.

“Il nostro più sentito ringraziamento, anche a nome dell’Ausl Romagna, dell’équipe medico infermieristica e soprattutto dei piccoli pazienti, va ai componenti della compagnia dialettale riccionese – ha sottolineato la Dott.ssa Roberta Pericoli, Direttrice dell’Oncoematologia Pediatrica – per questa ulteriore gradita donazione che dimostra una volta di più la loro vicinanza all’attività svolta nel nostro reparto. Una donazione importante perché si tratta di uno strumento prezioso per la qualità delle cure erogate e quindi anche su una migliore qualità di vita dei giovanissimi che curiamo”.