I ricercatori dell’Humanitas di Milano, coordinati dal cardiologo Stefanini, hanno condotto uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, giungendo alla conclusione che l’acido acetilsalicilico è lo strumento di prevenzione secondaria più efficace per i pazienti reduci da un infarto o un ictus. In particolare nello studio sono state messe a confronto le tienopiridine farmaci antiaggreganti con la cardioaspirina. Chi ha vinto nella sfida scientifica? La partita si è chiusa con un onorevole pari. E quindi le nuove tienopiridine farmaci ai quali appartiene il clopidogrel non danno benefici maggiori rispetto alla cardioaspirina. Gli autori si sono focalizzati sugli endpoint significativi per il paziente ovvero l’impatto sulla mortalità e sul rischio di un nuovo infarto o ictus. Ma i risultati hanno evidenziato che i benefici della terapia con tienopiridine sono marginali rispetto a quelli con la cardioaspirina. Per prevenire un solo infarto bisogna trattare con i nuovi antiaggreganti 244 pazienti un numero eccessivamente alto per giustificare la nuova terapia oltretutto senza alcun effetto sul rischio di mortalità. Inoltre la cardioaspirina ha, da sempre, il miglior rapporto costi/benefici.
dott. Alessandro Bovicelli