“I lavori pubblici che i Comuni hanno approvato in via definitiva o sono in corso d’opera, subiranno un aumento dei costi tra il 30 e il 50% rispetto all’importo iniziale”.
Sindaca Cecchini, lei si fa portavoce di una situazione di forte sofferenza economica che è identica a molte altre realtà del territorio. Qual è la causa di questa critica impennata dei prezzi?
“Questo è l’effetto - più immediato e dirompente - con cui le amministrazioni locali si trovano, giocoforza, a fare i conti dopo aver recepito le indicazioni contenute nella Legge dello Stato del 15 luglio 2022 (la numero 91) e nella Delibera Regionale 1288 del 27 luglio 2022. Gli stessi Comuni vengono infatti obbligati ad applicare una clausola contrattuale di salvaguardia, nei confronti delle imprese, circa la revisione dei prezzi anche per le opere già affidate. È facile immaginare cosa accadrà da qui al breve termine”.
In che modo i Comuni potrebbero far fronte all’aggiornamento obbligatorio introdotto?
"Per far fronte a quanto la legge prevede e riuscire a reperire le risorse finanziarie in aggiunta, le soluzioni sono sostanzialmente due: le municipalità dovranno, in prima battuta, utilizzare i ribassi d’asta e, successivamente, presentare domanda al Ministero al fine di concorrere all’assegnazione di altre somme a sostegno della spesa. Difficile dire ora quanto lo Stato potrà aggiungere di suo. Da qui l’urgenza da parte dei vari Enti a compiere nuovi sforzi economici a copertura dei costi aumentati: ciò a garanzia dei pagamenti verso le ditte e a tutela dei cantieri che non possono essere fermati. Ma senza creare pesanti disequilibri nei bilanci. La situazione, non lo nascondo, è piuttosto complicata e preoccupa”.
Nel concreto, cosa sta accadendo e perché è scattato l’allarme rosso?
“L’innalzamento esponenziale dei prezzi dei materiali da costruzione e dei carburanti a seguito della crisi economica mondiale - acuita ulteriormente dal conflitto Russia-Ucraina - sta causando ripercussioni, bisogna essere molto chiari e trasparenti, sia sulle grandi opere in itinere (nel caso specifico di San Clemente mi riferisco ai 600mila euro destinati alla messa in sicurezza della rete stradale comunale, ai circa 450mila euro dedicati all’ampliamento e alla riqualificazione dei cimiteri di San Clemente e Sant’Andrea in Casale e agli oltre 130mila euro legati alla riqualificazione delle facciate nel Centro storico), sia sulle piccole attività di manutenzione ordinaria: vedi la viabilità, la manutenzione dei parchi e dei giardini, le scuole. Ogni singolo intervento risentirà dei rincari e porterà a una rivalutazione dei nostri programmi. Dovremo privilegiare, non può essere altrimenti, le priorità indicate quali assolute. Comprendo bene le attese dei concittadini, così come continueremo a farci carico delle loro segnalazioni e a tenere alta l’attenzione sulle urgenze. Tuttavia d’ora in avanti dovremo muoverci con ancora maggiore oculatezza sulla base delle reali disponibilità di cassa”.
Dalle sue parole si evince un altro pericolo: quello dello stop totale alla progettazione dei lavori d’interesse pubblico da parte delle Amministrazioni locali. È così?
“Avere coscienza piena e particolareggiata di un problema non significa fermarsi e stare a guardare cosa succede. Il lavoro di progettazione prosegue, così come va avanti la ricognizione dei bandi disponibili e la partecipazione agli stessi. È fondamentale avere una visione a lungo termine: nei nostri programmi abbiamo inserito, tra gli altri interventi di prossima realizzazione, il nuovo polo sportivo di Sant’Andrea in Casale - la palestra al servizio delle scuole e l’impiantistica aperta anche alle società locali - proprio perché è compito di un Comune dare continuità e sostanza al proprio mandato”.