I sindaci del distretto di Riccione hanno presentato alla Regione Emilia-Romagna un progetto per l'istituzione di un centro per l'accoglienza, la presa in carico e il sostegno alle donne vittime di violenza. Il progetto, denominato "Femminile plurale", intende istituire un nuovo Centro Antiviolenza nel distretto socio-sanitario di Riccione entro il 2018 grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione nell'ambito del “Piano Regionale contro la violenza di genere". Gli amministratori condividono infatti la volontà di dotare al più presto il territorio di strumenti, operatori e strutture in grado di accogliere e sostenere le donne che subiscono violenze, molestie e discriminazioni in casa, per strada e nei luoghi di lavoro. Il Centro Antiviolenza Distrettuale, come previsto dalla normativa regionale, avrà sede in spazi idonei all'accoglienza e sarà gestito da psicologhe, educatrici professionali, avvocate civiliste e penaliste con una formazione specifica sul tema della violenza di genere ed iscritte all'albo del gratuito patrocinio. I servizi e le prestazioni offerte potranno rappresentare sul territorio una valida e innovativa risposta ai bisogni di “messa in sicurezza” della donna nei casi di emergenza e di supporto ogniqualvolta vi sia l'esigenza di acquisire informazioni specifiche sulla violenza subita. L'apertura di un Centro Antiviolenza potrà rafforzare la collaborazione già maturata tra le Istituzioni pubbliche e i soggetti del terzo settore che a vario titolo sono impegnati nel contrasto alla violenza di genere.
“La violenza contro le donne ha assunto proporzioni così allarmanti da richiedere di essere posta tra le priorità delle agende politiche dei Comuni”, ha dichiarato il presidente del comitato di distretto Renata Tosi. “Perciò abbiamo dato vita a questo progetto di apertura di un centro nel nostro territorio. Ogni anno in Italia assistiamo ad una vera strage se si pensa al numero delle vittime di femminicidio. A ciò si aggiungono tutte le violenze che sfuggono ai dati, poiché a volte si ha paura a denunciare, ma che se non vengono fermate in tempo rischiano di fare tante altre vittime. Senza dimenticare il preoccupante fenomeno dello stalking che va contrastato in maniera decisamente più efficace. E’ nostro dovere lanciare un messaggio forte che abbia come finalità quella di prevenire comportamenti violenti e prevaricanti nonché quella di liberare le donne dalla paura. La violenza di genere, e ancor prima la disuguaglianza di genere, sono le maggiori e più gravi offese ai valori costitutivi della nostra comunità. Compito delle istituzioni è dunque dare priorità al contrasto di questi fenomeni perché la dignità della donna è un bene che va difeso”.