E' vero, una settimana di pioggia battente senza interruzione non è un evento normale. Lo stanno a dimostrare i fiumi ingrossati, i torrenti che straripano, i laghi d'acqua che si sono formati un po' ovunque nei campi e nei parchi. Ma le strade no. Le strade non possono ridursi allo stato in cui sono oggi: decine e decine di segnalazione da tutta la provincia, costa e interno, stanno arrivando sui social, alle redazioni, alle televisioni corredate di filmati e fotografie. Strade che si sono aperte, con buche enormi ed in serie, pericolosissime per gli automobilisti e per le macchine perché una ruota può far partire proiettili micidiali di asfalto che possono raggiungere i marciapiedi, le persone, gli animali. Perché tutto questo? Semplice. Primo perché non se la smette di piovere e il peggio deve ancora venire. Secondo perché chi fa le strade o deve fare manutenzione ad esse usa materiali a basso costo la cui tenuta svanisce se succedono eventi meteo come quello in corso. Eppure i comuni pagano con i soldi pubblici, quelli dei cittadini anche, i lavori che dovrebbero essere fatti perbene. E allora come la mettiamo? A chi dobbiamo rivolgerci per avere i chiarimenti necessari? Hera? Anthea? Le ditte a cui i colossi hanno subappaltato tali interventi? Perché, signori miei, la gente vuole sapere e ha diritto di capire il motivo per cui non c'è una strada della provincia che oggi non si presenti come una mulattiera. E anche l'autostrada, almeno nel tratto riminese, sembra voglia tenere il paragone con le comunali o le provinciali. La verità è che prima bisogna aspettare che Giove Pluvio calmi i suoi bollori. Poi vedremo le camionette degli operai con l'asfalto pressato con la pala che attappa sì la buca ma solo fino al prossimo acquazzone. Gli strateghi che disegnano le città del futuro, le fogne supersoniche e le opere sfarzose trovino e presto i rimedi più adatti. Perché ci siamo tutti rotti le balle. Si può dire, no?
(Nella foto di Daniela Garattoni via Montescudo questa mattina)