La Giunta comunale ha approvato il disciplinare per il riconoscimento della Denominazione comunale d’origine (DeCO) alla cipolla dell’acqua di Santarcangelo. Gli agricoltori che coltivano la cipolla dell’acqua secondo i requisiti indicati nel disciplinare redatto in collaborazione con Coldiretti e fondazione FoCuS, dunque, potranno richiedere all’Amministrazione comunale il marchio DeCO da utilizzare per la promozione e la commercializzazione del prodotto. Prosegue così il percorso di valorizzazione dell’ortaggio tipico di Santarcangelo, la cipolla bionda detta anche cipolla dell’acqua (zvòla da aqua, in dialetto), tradizionalmente coltivata lungo la zona bassa del Marecchia. Irrigata facendo scorrere l’acqua dei fossi che si dipartivano dal fiume, usati alternativamente da coltivatori e mugnai, questa varietà precoce di cipolla romagnola ha rappresentato per molto tempo una forma di sostentamento per moltissimi abitanti della zona: i santarcangiolesi erano infatti chiamati “cipolloni” (“zvùléun”) dai vicini riminesi, proprio perché famosi per coltivare questa cipolla in grandissime quantità. Come riporta il disciplinare, la cipolla dell’acqua si caratterizza per il bulbo di forma tonda e schiacciata, colore bianco e tenero all’interno e giallo chiaro dorato all’esterno. La semina della cipolla avviene indicativamente entro metà gennaio, mentre la pianta germoglia a fine marzo. La raccolta si effettua nei mesi estivi – da fine luglio a tutto il mese d’agosto – e successivamente le cipolle vengono conservate legandole insieme a treccia appese in luogo asciutto. Essendo abbastanza dolce, questa varietà viene consumata generalmente cruda in insalata, ma è ottima anche cotta in diverse preparazioni. Oltre a definire le modalità di coltivazione della cipolla, il disciplinare indica i requisiti minimi dei soggetti che possono richiedere il marchio DeCO – aziende e imprenditori agricoli di Santarcangelo – tenuti a presentare annualmente la richiesta per la concessione del logo dove indicare, tra l’altro, la superficie dell’area dedicata alla coltivazione della cipolla. La Polizia locale potrà effettuare verifiche sul rispetto dei requisiti e sulla veridicità delle dichiarazioni, in collaborazione con gli organismi deputati ai controlli agro-alimentari. Il disciplinare, inoltre, dà atto che il Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena ha recuperato un lotto di seme della cipolla d’acqua e ne ha fornita una parte all’Unità di ricerca per l'orticoltura di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno) per studiarne la variabilità e ricavare una caratterizzazione del profilo biomorfologico. Contestualmente sono stati avviati due programmi paralleli, uno conservativo della variabilità originale e uno di valorizzazione, con un’azione di ricostituzione e miglioramento.
L’iscrizione della cipolla dell’acqua al registro DeCO del Comune di Santarcangelo – istituito dal Consiglio comunale nel 2009 – segue l’ingresso del prodotto nell’Arca del Gusto della fondazione Slow Food, catalogo online nato a fine anni ’90 per mettere in rete il patrimonio agroalimentare da salvare in ogni parte del mondo, con l’obiettivo di promuovere un modello di agricoltura basato sulla biodiversità locale, sul rispetto del territorio e della cultura locale. Il percorso di valorizzazione della cipolla dell’acqua, e più in generale dei prodotti tipici del territorio, intende non soltanto preservare la biodiversità e la tradizione, ma anche incentivare la sostenibilità dei consumi e dello stile di vita che caratterizza il circuito Cittaslow, nonché la promozione turistica di Santarcangelo attraverso le sue eccellenze enogastronomiche.
Un percorso che si avvale anche della consolidata collaborazione con Blu Nautilus per la realizzazione di iniziative in occasione di manifestazioni storiche come le Fiere d’Autunno, e di opere divulgative come il libro “La bionda di Santarcangelo di Romagna: curiosità, informazioni e ricette” del gruppo “Passioninsieme”.