Il 21 novembre 2017 per Confcommercio Imprese per l’Italia è la giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!”, giunta alla quinta edizione. Un momento di riflessione per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese. “L’illegalità – recita lo slogan dell’iniziativa - distrugge l’economia e il lavoro di tanti imprenditori. Combattiamola insieme! Liberiamo le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dai fenomeni criminali”. A Roma la giornata è incentrata sulle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, iniziata con il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proseguita con l’intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e dopo l’analisi dei dati, conclusa dall’intervento del ministro dell’Interno, Marco Minniti.
I DATI - L’analisi sulla legalità parte dai dati emersi dall’Indagine Confcommercio – GfK Italia sui fenomeni criminali a livello locale, che ha coinvolto 4.500 imprese. Attraverso un questionario compilato in forma anonima dagli imprenditori, è emerso come in Emilia Romagna l’incidenza di chi percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza è in linea con la media nazionale (tre su dieci), ma sul nostro territorio è molto più sentito il fenomeno dell’abusivismo. Abusivismo (52%), furti (47%) e rapine (37%) sono i fenomeni maggiormente percepiti in aumento (più della media nazionale), segue la contraffazione (32% con incidenza inferiore alla media nazionale che si attesta al 40%).
Se in Emilia Romagna l’esperienza diretta e indiretta di criminalità è inferiore alla media nazionale (15% a fronte del 23%), resta in linea con la media del Paese la graduatoria delle misure di prevenzione e tutela adottate dai privati in Emilia Romagna. Superiori alla media la sottoscrizione di assicurazioni (47% a fronte del 32% nazionale) e le denunce (35% il dato regionale, 28% quello nazionale). Quello che chiedono con forza i nostri imprenditori sono la certezza della pena e la maggiore protezione sul territorio da parte delle forze dell’ordine, che vengono indicate più spesso rispetto alla media nazionale (li chiede ben il 78%), mentre la collaborazione con le forze dell’ordine sul territorio è ritenuta già positiva (ne chiede di più solo il 10% a fronte del 19% a livello nazionale). Ma il dato regionale che maggiormente si discosta da quello totale è relativo all’efficacia delle leggi: la quasi totalità dei rispondenti al questionario, ritiene poco o per niente efficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali, con un’incidenza di chi esprime il giudizio “per niente” significativamente più alta della media nazionale (54% a 47%). Va da sé il dato seguente: particolarmente alta l’incidenza di chi esprime, in Emilia Romagna, parere “molto favorevole” verso l’inasprimento delle pene per i reati predatori (84% contro il 67% italiano). Anche in Emilia Romagna la maggioranza ritiene che non si scontino realmente le pene per i crimini commessi e la quota dei “certamente no” è significativamente più alta (47% regionale, 36% nazionale).
Anche Confcommercio della Provincia di Rimini ha nella promozione della legalità uno dei suoi capisaldi nella sua azione quotidiana. Un concetto multiforme che viene affrontato in ogni settore.
Gianni Indino (nella foto), presidente di Confcommercio della Provincia di Rimini: “I fenomeni illegali quali contraffazione, abusivismo, furti, rapine, incidono sul corretto funzionamento del mercato, in quanto falsano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale determinando la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpendo la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, e causando un danno d’immagine. Il nostro obiettivo è promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo. Lavoriamo al fianco delle amministrazioni e delle forze dell’ordine per cercare di arginare l’abusivismo che dilaga in tutti i settori merceologici, dal mare alla collina, cercando di trovare soluzioni per la tutela del commercio, dell’impresa e delle professioni. Il nostro motto è ‘stesso mercato, stesse regole’. Il negoziante e l’imprenditore sono le sentinelle del territorio, che con le loro luci squarciano il buio e regalano vivibilità. Come Confcommercio ogni giorno respiriamo gli umori dei nostri concittadini e siamo in grado di fornire il nostro apporto alle decisioni che riguardano l’interesse collettivo mettendo in campo l’esperienza e la rappresentatività dell’associazione per dare il nostro contributo alla soluzione delle problematiche.
In questo contesto si inserisce il ‘Vademecum sulla sicurezza’ che abbiamo preparato con la collaborazione delle forze dell’ordine: un progetto che sarà reso pubblico nelle prossime settimane e che mira a dare indicazioni sui comportamenti da adottare in caso di situazioni di difficoltà e suggerimenti sulla prevenzione da attuare per tenere più in sicurezza le proprie attività”.
Gaetano Callà, presidente di FIPE – Confcommercio della Provincia di Rimini: “Legalità nel settore dei pubblici esercizi non può prescindere dalla lotta all’abusivismo. Lo stesso mercato deve avere le stesse regole, altrimenti dal punto di vista professionale viene meno una reale concorrenza e, da quello del cliente, la certezza di poter mangiare, bere e divertirsi in ambienti consoni e in piena sicurezza. Feste, festicciole open air, eventi che diventano abitudini consolidate, sagre che nulla hanno di tradizionale penalizzano le aziende che rispettano le regole e noi continueremo a sostenere come, anche da parte delle amministrazioni locali, non si possa fare finta di niente in nome di una promozione del territorio che non può prescindere dalle normative”.
Giuliano Lanzetti, presidente FIPE – Confcommercio del Comune di Rimini: “Legalità per noi significa sicurezza e concreta lotta all’abusivismo. Negli ultimi anni nella nostra categoria è cambiato molto a livello di normative, dal lavoro alla sicurezza, ma purtroppo non vediamo lo stesso impegno delle amministrazioni nel normare categorie diverse che hanno a che fare con la vendita di alcolici. Minimarket e bottiglierie senza scrupoli non fanno il bene né nella nostra offerta turistica, né delle attività che vogliono investire per innalzare la qualità”.
Giammaria Zanzini, presidente provinciale Federmoda: “Chi produce e chi vende un prodotto contraffatto commette un reato penale rilevante e chi lo acquista è complice di un reato, mette a rischio la sua salute e alimenta la criminalità. Contraffazione e abusivismo rappresentano inaccettabili forme di concorrenza sleale per le imprese, ma anche mancanza di tutele per i lavoratori, mancato introito fiscale per lo Stato e pessima qualità dei prodotti. Per questo mettiamo in campo numerose iniziative di sensibilizzazione della clientela, che aggiungono l’aspetto etico-sociale a quello penale. Da questo punto di vista sul nostro territorio molto è stato fatto a livello di venditori abusivi in spiaggia, ma tanto, tantissimo è ancora da fare per il contrasto della grande distribuzione del ‘tarocco’ continuando ad andare a colpire alla fonte, partendo dai magazzini di stoccaggio”.
Onelio Banchetti, presidente provinciale Federpreziosi: “Sentiamo forte come imprenditori che operano nel settore gioielli e preziosi la necessità di poter lavorare con più tranquillità nelle nostre attività. Insieme a tabaccai, benzinai e a tutte le categorie che hanno a che fare con un giro notevole di contanti siamo purtroppo i principali obiettivi di furti e rapine. Da un confronto con i nostri associati, è venuta fuori la richiesta di ottenere sgravi fiscali sull’installazione di allarmi anti intrusione e di telecamere di vigilanza, ma in primis allo Stato chiediamo la certezza della pena per chi delinque. Non è possibile che le forze dell’ordine arrestino i malviventi e loro tornino a piede libero nel giro di poche ore. Servono pene più severe, ma soprattutto certe: molti dei delinquenti risultano recidivi perché sanno che rischiano poco o nulla. Questo non è più sopportabile”.
Nicola Angelini, presidente provinciale FIVA – Confcommercio: “Considerato che molte volte le leggi nazionali penalizzano le imprese, per proteggere il nostro territorio servirebbe un coordinamento locale che possa blindare forme che iniziano con l’abusivismo commerciale e finiscono con la microcriminalità. Non è più possibile vedere ogni anno commercianti improvvisati che lasciano l’attività senza più farsi trovare dal fisco, penalizzando l’intera comunità. Si tratta di un fenomeno reale, che porta degrado, squalifica il mercato e chi ci lavora. Anni fa per fare il commerciante c’erano regole stringenti, serviva conoscere i prodotti, ottenere un inserimento: oggi riproporre certe regole d’accesso non sarebbe fare un passo indietro, ma un andare avanti nel segno dell’affidabilità e della competenza”.
Marco Torri, presidente provinciale Confguide: “Confguide Rimini oggi rappresenta quasi cinquanta guide turistiche e accompagnatori, coprendo un ventaglio di lingue che va dal tedesco, all’inglese, poi francese, spagnolo, portoghese e russo. Ma non solo. Lotta ogni giorno contro l’abusivismo e ha iniziato a segnalare agli organi preposti tutte quelle figure che operano senza abilitazione da Guida Turistica e senza regolare patentino esposto. Non solo loro, ma anche quelle realtà pseudo-imprenditoriali, associazioni e altro che propongono tour guidati da ipotetici professionisti del settore turistico ma anch’essi senza regolare ‘patentino’ rilasciato dalla Regione Emilia Romagna. Per questo facciamo appello a tutti i player della filiera del turismo, affinché comprendano che la lotta contro all’abusivismo passa anche attraverso la scelta di guide turistiche professionali per innalzare la qualità della nostra offerta turistica”.