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Cronaca 12:49 | 01/12/2022 - Rimini

Divieto di accesso alle aree urbane del Questore per un tunisino ed un pugliese

Il Questore di Rimini (nella foto la dott.ssa Lavezzaro) ha emesso due provvedimenti di Divieto di accesso alle Aree Urbane (DACUR), nei confronti di altrettante persone, rispettivamente di 30 e 55 anni, un cittadino tunisino ed una persona originaria della provincia di Taranto.

In particolare, il 55enne era già stato sanzionato con l’ordine di allontanamento, per ben due volte nello scorso mese di maggio, dagli Agenti della Polizia Ferroviaria di Rimini, poiché sorpreso, all’interno della Stazione Ferroviaria e nello spazio esterno adiacente, a chiedere in modo molesto denaro ai viaggiatori, impedendo agli utenti la fruizione o l’accesso alle stesse aree anche con comportamenti contrari alla pubblica decenza. L’inottemperanza a tali ordini ha determinato il successivo DACUR emesso dal Questore. Tale provvedimento, istruito e predisposto dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura, prevede il divieto, per 6 mesi, di accedere all’area della Stazione di Rimini e alle relative pertinenze. La violazione del sopra citato provvedimento è punita con l’arresto da 6 mesi ad un anno.

Nel secondo caso, ad essere stato colpito dalla misura di prevenzione è stato un cittadino straniero, residente a Rimini, che lo scorso mese aveva creato grave disordine in un noto locale di Rimini, ove lo stesso, oltre a molestare gli avventori presenti aveva anche rotto un bicchiere in testa all’addetto alla vigilanza che tentava di allontanarlo, per poi essere tratto in stato di arresto per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale da personale delle volanti della Questura intervenuto.

Nello specifico, al termine dell’istruttoria avviata dalla Divisione Anticrimine, è stato emesso il provvedimento del divieto di accesso e stazionamento nelle immediate vicinanze di bar e pub siti nella Provincia di Rimini, per i prossimi due anni. Qualora il ragazzo venga denunciato per l’inosservanza della misura imposta, rischia la pena della reclusione da sei mesi a due anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.