In occasione del centenario dalla nascita di Federico Fellini (1920-2020) si rinnova la pluriennale collaborazione tra Le Befane Shopping Center di Rimini ed il Museo del Sidecar di Cingoli.
Inaugurerà infatti sabato 8 agosto l'esposizione "Fellini. Le moto del Maestro" che resterà aperta al pubblico sino a domenica 23 agosto 2020, curata da Costantino Frontalini, ideatore e direttore del Museo del Sidecar di Cingoli: l'obbiettivo è, da un lato, celebrare l’anniversario della nascita del Maestro riminese, e dall’altro riscoprire ancora una volta le sue opere nella città in cui ha vissuto gli anni della giovinezza, molti dei quali trascorsi con il fratello Riccardo ed un triciclo della Giordani a cui è dedicato uno stand della mostra.
Fellini ha sempre amato la motocicletta. Da bambino le moto gli apparivano enormi ed il motociclista gli sembrava una creatura mitologica. Spesso è che così che ha voluto trasporre i sogni d’infanzia nelle sue pellicole. Ricordiamo ad esempio il centauro Scurèza 'd Corpolò, figura mitica che appare improvvisamente in varie sequenze di Amarcord e, dopo veloci scorribande per il paese o lungo il molo, scompare di colpo. Altri veicoli importanti nella cinematografia di Fellini sono il motocarro di Zampanò e la Vespa dei paparazzi ne "La dolce vita"; non semplici comparse, ma oggetti entrati nell'immaginario collettivo.
Un totale di 9 repliche verranno allestite dal Museo del Sidecar di Cingoli e saranno esposte insieme a gigantografie ed oggettistica che permetteranno al visitatore di immergersi completamente nella storia felliniana. Uno schermo TV inoltre proietterà spezzoni dei film protagonisti della mostra.
I VEICOLI IN MOSTRA
In mostra saranno esposti, tra gli altri, il motocarro Guzzi Ercole, del 1950, utilizzato nella rappresentazione teatrale de "La Strada" (1954), film con Anthony Quinn e Giulietta Masina. E poi il motocarro Innocenti FD 125 C, del 1952, de "Le notti di Cabiria" (1957). E ancora la mitica vespa 125 del 1959 – anch’essa originale - utilizzata dai fotografi d'assalto per la sua praticità nel traffico angusto di Roma, de "La Dolce Vita" (1960). Tra gli altri mezzi allestiti c'è anche il Gilera Saturno sidecar, del 1953, de "I Clowns" (1971). In "Roma" (1972) poi, tra le altre, ecco una Laverda 750 S, del 1970.
Tra gli altri cimeli alla mostra riminese sarà possibile ammirare anche la Harley-Davidson WL 750, del 1932, di "Amarcord" (1973), il film più autobiografico di Fellini. Anche ne "La città delle donne" (1980) la componente surreale è predominante: un’incursione nel pianeta delle donne e del loro ruolo all’interno della società. La moto è come la donna, simbolo di sessualità ma poco comprensibile per l’uomo, in questo caso Marcello Mastroianni ha la parte dell’incauto Snaporaz e la moto, in mostra, è una Guzzi 500 Superalce, del 1949.
Ne “La voce della luna” (1990), l’ultimo film di Fellini - un testamento spirituale e cinematografico - si narrano le gesta di due personaggi (Paolo Villaggio e Roberto Benigni) che inseguono i loro sogni e ascoltano la voce della luna che sale dai pozzi. Ma scopriranno che la realtà è spesso molto più dura dei sogni: ad esempio una donna lascia il marito per un motociclista che la chiama 'dinamite pura', un nomignolo che potrebbe tranquillamente dare alla sua Ducati Indiana 650 - in mostra - descritta da Fellini nella sceneggiatura originale come una “… mastodontica Harley-Davidson”.
Cronaca
20:05 - Romagna