Riceviamo e pubblichiamo una lettera degli insegnanti della scuola Repubblica contro il trasferimento del plesso.
Noi insegnanti, prima di essere tali, siamo persone e cittadini. In quanto persone, come sostiene il filosofo greco Aristotele nella sua Politica, siamo “esseri umani”, per natura, dalla nascita, siamo "animali razionali", dotati del “logos”, che è ragione e linguaggio, e siamo "animali politici", perché tendiamo per esigenze economiche ed intellettive ad abitare e vivere con altre persone, organizzandoci in gruppi, famiglie, villaggi e città. In quanto cittadini, siamo abitanti o residenti in uno Stato del quale possediamo la cittadinanza avendone i conseguenti diritti e doveri che, se rispettati, consentono un vivere comune sereno e corretto. In quanto insegnanti, riteniamo che al centro della professione docente ci sia una responsabilità pubblica, che si esplica nell’etica del lavoro ben fatto, nell’impegno educativo verso i bambini/ragazzi, nella formazione di persone e cittadini consapevoli ed attivi. Il docente è un “professionista riflessivo”, (come dice Donald Alan Schön) perché non si limita ad utilizzare repertori e tecniche, ma riflette sulle pratiche con strumenti concettuali sempre più affinati. La riflessione fa tornare l’insegnante sulle sue azioni, per comprenderne meglio il senso, fa prendere le distanze dalle situazioni affrontate, in modo da poterle osservare meglio, aiuta ad agire efficacemente. In questo caso, ripensare allo spostamento della scuola Repubblica e fermarsi nuovamente a riflettere sulle varie opportunità, ci porta alla considerazione di quali sono le azioni efficaci. Una probabile costruzione del nuovo plesso Repubblica nella piazza De Curtis, è un’ipotesi poco consona alle esigenze della città: non serve alterare e modificare un contesto per costruire una scuola, quando ha già una sua collocazione. Mantenere la scuola Repubblica dove è ora, come scritto e sostenuto in passato, è importante, perché il quartiere “centro” ha bisogno di una scuola primaria facilmente accessibile dai residenti del luogo, perché è anche la scuola che dà valore al quartiere stesso e perché è possibile ricostruire su quella esistente una struttura ridimensionata, visto che il numero attuale degli alunni frequentanti il plesso Repubblica è decisamente inferiore a quello erroneamente stimato (infatti ci sono circa due sezioni per classe con una media di 20/22 bambini ciascuna). Per noi insegnanti, inoltre, mantenere la scuola dov’è ora ubicata è importante per continuare la relazione con il Centro Culturale Polivalente, con il museo e con il territorio circostante, relazione che si protrae da lungo tempo ed ha offerto tanti stimoli ed occasioni di crescita e formazione a favore degli alunni e degli insegnanti stessi. Noi docenti del plesso Repubblica continuiamo a chiedere una nuova scuola, ma collocata dove è ora