Si è svolta in tarda mattinata nel palazzo di Giustizia di Rimini una festicciola durante la quale il dott. Paolo Giovagnoli ha salutato i colleghi magistrati, il personale amministrativo, a cui tanto si deve per il funzionamento della giustizia in questa città, ed appartenenti alle forze dell’ordine.
Il dott. Giovagnoli ha accettato il trasferimento quale sostituto Procuratore alla Procura Generale di Bologna, città in cui vive; tale destinazione era la sua seconda scelta, essendo la prima, la Procura della Repubblica di Modena quale Procuratore capo, ove, però, fu nominata la dott.ssa Musti. Su ricorso del dott. Giovagnoli il CSM ha riconosciuto l’errore, per cui il posto verrà rimesso a concorso, potendo- questi- pertanto proporre nuova domanda, non avendo mai nascosto la predilezione per ruoli operativi, quali una Procura ordinaria, ove si possa lavorare fattivamente alle indagini.
Lascia Rimini una persona, informale, alla mano, e disponibile, che ha retto la navigazione della barca Giustizia in una città dalle forti peculiarità, con mano leggera, senza apparenti affanni, ma con chiara visione, e rispetto della rotta; la dott.ssa Elisabetta Melotti non avrà certo difficoltà ad avvicendarlo.
Era presente un collaboratore di questa testata, che ha approfittato per chiedere ragguagli, circa una dichiarazione del dott Giovagnoli, che tanti interrogativi e sconcerto hanno creato, nel corso di una intervista ad un quotidiano cittadino del 02/12/2017 nel corso della quale disse: “funzionari pubblici, anche di alto livello si sono approfittati di cene gratis, donne, regali ed altre utilità di vario genere”
Le perplessità sono precipuamente legate al fatto che se detti comportamenti abbiano avuto i connotati di corruzione, ed allora avrebbero dovuto trovare giusta repressione e punizione.
In effetti, ha risposto il dott. Giovagnoli, la frase come è stata riportata può essere giudicata poco corretta, mentre lui intendeva solo riferirsi al fatto che quando arrivò a Rimini più di otto anni fa, colleghi lo misero in guardia circa la generosa accoglienza che la citta è in grado di riservare a funzionari di alto livello, con la ovvia conseguenza di trovarsi poi moralmente, quando non materialmente, in posizione di ricambiare. Sempre in quel periodo si stavano svolgendo processi anche ad appartenenti a forze dell’ordine per censurabili comportamenti che portarono anche a condanne..