Giusto un secolo fa, nel 1921, don Domenico Masi (1880-1964) avviava a Miramare la costruzione di un orfanotrofio e di una chiesetta dedicata all’Immacolata. A quel tempo l’Abissinia (così era chiamato il territorio di confine fra Rimini e Riccione) era una landa sabbiosa, ricca di dune e sterpaglie, con qualche casupola e poco di più. Non c’erano strade, non c’era luce elettrica, non c’era acqua potabile, non c’era stazione ferroviaria. Don Domenico vi era approdato in una calda giornata dell’estate 1919 per portarvi le orfanelle bisognose di mare che aveva cominciato ad ospitare a Coriano. È il germe di una nuova storia che viene raccontata, fin dall’inizio, cioè dalla nascita di don Domenico, in una mostra permanente dal titolo “Un amore grande come il mare”. La mostra è ospitata nella casetta a due piani, in via Marconi a Miramare, dove aveva a lungo abitato il fondatore delle Sorelle dell’Immacolata e di tante iniziative espressione della sua traboccante carità. La mostra sarà inaugurata martedì 7 dicembre alle ore 10,30. Attraverso quindici pannelli con foto e testi viene ripercorso l’itinerario di questo sacerdote per il quale è in corso la causa di beatificazione. Nella mostra saranno esposti anche alcuni oggetti personali appartenuti a don Masi e si potrà entrare nella sua camera che è rimasta intatta da allora.
Don Domenico Masi è stato un uomo innamorato di Cristo e della Madonna, al quale ha voluto dedicare quella riproduzione della Grotta di Lourdes che ancora oggi a Miramare è un centro di devozione popolare. L’amore a Dio lo portava a farsi carico dei bisogni degli altri, fossero le orfanelle, le persone senza lavoro, chi aveva bisogno di denaro, chi doveva essere protetto dai persecutori. Vivendo la fede nella carità verso i più bisognosi, don Domenico Masi è stato un costruttore di civiltà: portando le orfanelle al mare e insediando sulla spiaggia la loro casa, è stato anche un pioniere dello sviluppo turistico di Miramare.
La mostra permanente che le sue figlie spirituali, le Sorelle dell’Immacolata, gli hanno voluto dedicare è l’occasione per conoscere meglio questo protagonista della storia ecclesiale e civile di Rimini.