Un bottino cospicuo, il frutto della rapina che nel 2017 vide due ignoti malviventi terrorizzare i proprietari del negozio di parrucchiere NOI DUE HAIR SPA di via Tasso a Riccione. Erano le ore 08:30 circa del 19 maggio 2017, poco dopo l’apertura, quando due soggetti con il volto travisato e armati di pistola, sotto la minaccia dell’arma, si erano fatti consegnare due preziosi orologi da polso, delle fedi nuziali e l’incasso contante dei due coniugi proprietari, per un valore complessivo di circa 30.000 euro. Successivamente, i due rapinatori si erano dati alla fuga a bordo di uno scooter ed erano riusciti a far perdere le proprie tracce.
Le indagini, immediatamente avviate dai carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Riccione, consentirono nel giro di poche ore di recuperare non solo lo scooter utilizzato per il colpo, poi risultato rubato pochi giorni, ma anche i caschi ed i guanti indossati dai due rapinatori, a circa 3 km dal luogo ove era stato consumato la rapina.
Da questi elementi è partita l’attività investigativa condotta dai militari, che hanno così proceduto a repertare gli elementi ritrovati e ad avviare un intenso e minuzioso lavoro di comparazione e studio delle immagini dei numerosi impianti di videosorveglianza, pubblici e privati, posti sotto sequestro e analizzati. Lattenzione si è concentrata su alcuni soggetti, già gravati da analoghi precedenti e domiciliati a poche centinaia di metri di distanza dal luogo di ritrovamento dei capi di vestiario. Nei loro confronti sono state così svolte attività di perquisizione e acquisizione di campioni di DNA, utili alla comparazione con i due profili ignoti esaltati.
Tanto ha premiato l’insistenza dei carabinieri, che dopo più di un anno di indagini, ha portato all’attribuzione di quei profili ignoti e finalmente all’emissione di un provvedimento cautelare nei confronti dei due autori della rapina:
- Z.L. originario di Milano, classe ‘89 residente a Montescudo – difeso dall’avvocato d’ufficio Andrea Guidi del Foro di Rimini. Attualmente ospitato presso la comunità terapeutica “Centofiori” di Montescudo, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la predetta struttura.
- il secondo soggetto, dai primi accertamenti eseguiti, risulta non residente in Italia e sono pertanto in corso le ricerche finalizzate alla sua localizzazione.