Cosa vissero i riminesi durante quella giornata di sole del 1° novembre di 80 anni fa, festa di Tutti i Santi, quando alle 11,50 tonnellate di bombe iniziarono ad abbattersi su Rimini e la città cominciò ad essere distrutta?
Sono stati più di un centinaio i riminesi che hanno partecipato ieri alle iniziative organizzate in occasione degli ottanta anni dal primo bombardamento di Rimini, un momento di confronto per trasmettere la memoria storica di una delle pagine che collocano Rimini entro un quadro storico e militare di rilevanza internazionale.
Ad aprire il programma, una visita guidata al percorso a cielo aperto “Rimini Bombardata”, a cura dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, attraverso alcuni punti del centro storico quasi totalmente distrutto durante il secondo conflitto mondiale, ascoltando le voci di chi c’era e leggendo i segni di questo passato per conoscere il periodo più drammatico vissuto dalla città in epoca contemporanea.
A seguire, in una cineteca gremita, un momento dedicato alla presentazione del primo podcast della serie “Rimini in guerra 1943-1945” curata dalla Biblioteca Gambalunga e dall’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Rimini e prodotta da Gruppo Icaro. La serie dei podcast racconta le storie di uomini e donne che hanno cercato di resistere alla violenza, alla fame e alla paura, di salvarsi compiendo atti di resistenza, che alcuni hanno pagato con la vita, di come si tentò di salvare la città e il suo patrimonio culturale, della sua Liberazione e della faticosa ricostruzione del suo tessuto materiale e spirituale, in un Paese ancora per sette mesi in guerra. A presentarlo Andrea Santangelo, esperto di storia militare e dei combattimenti sulla Linea Gotica, nonché curatore del podcast, Oriana Maroni, Presidente dell’ISRIC, introdotti dall’Assessora alle politiche per la pace Francesca Mattei.
Quei 325 giorni che passarono dal primo bombardamento del 1° novembre 1943 al 21 settembre 1944, giorno della liberazione di Rimini quando le truppe alleate entrarono in una città fantasma, ridotta ad un cumulo di macerie, saranno oggetto di un fitto programma di eventi che, dopo l’avvio di ieri, si concluderà nel 2025 con l’Anniversario della Liberazione del Paese. Un programma trasversale, nel quale convergono le iniziative del Comune di Rimini e delle associazioni attive sul territorio intorno ai temi della memoria, del ripudio della guerra e dell'educazione alla pace: ANPI Rimini, Associazione Vittime Civili di Guerra, Istituto per la storia della resistenza e dell'età contemporanea della provincia di Rimini, Diocesi di Rimini (Ufficio beni ecclesiastici).
Il programma prosegue nei prossimi mesi con la pubblicazione delle prossime puntate del podcast e con una serie di appuntamenti che prevedono: lezioni magistrali, pubblicazioni, un convegno internazionale e incontri nell’ambito della rassegna Conversazioni riminesi che sarà dedicata al tema della guerra e del patrimonio artistico. In collaborazione con L’Associazione Nazionale vittime Civili di Guerra verrà realizzato un progetto rivolto alla città e alle scuole che avrà come focus la condizione delle vittime civili delle guerre passate e presenti e del passaggio della guerra a Rimini. In collaborazione con ANPI SEZIONE RIMINI si poterà avanti un progetto rivolto alle scuole mentre con l’ANVICG Rimini verrà realizzato un momento di gioco con la storia con l’obiettivo di far scoprire ai giocatori gli eventi e gli attori che hanno reso possibile la liberazione di Rimini.