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Cronaca 17:00 | 09/11/2022 - Rimini

Palazzo Garampi dà l'ok alle pale eoliche, ma le vuole più lontane dalla costa

Il Comune di Rimini ha inviato al Ministero della transizione ecologica il proprio parere in merito al progetto elaborato dalla ditta Energia Wind 2020 per la realizzazione della centrale eolica al largo della costa tra Rimini e Cattolica. Scadevano oggi infatti i termini per la presentazione al MITE delle osservazioni e dei contributi, a seguito della pubblicazione il 10 ottobre scorso della procedura di VIA (valutazione impatto ambientale).  

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto eolico offshore della potenza complessiva di 330 MW, prodotta da 51 aerogeneratori di 6,5MW di potenza ciascuno, di altezza massima dal medio mare compresa in un range di 210-202 metri e con diametro del rotore di 180 metri e la realizzazione di una stazione elettrica su piattaforma marina collegata agli aerogeneratori con cavi sottomarini interrati. La distanza minima degli aerogeneratori dalla costa è variabile tra 6 miglia (11,2 km) e 9,5 miglia (17,6 km) a seconda delle alternative progettuali proposte (layout A e B). Dalla stazione elettrica un cavo sottomarino raggiunge terra e si congiunge al cavo terrestre interrato per raggiungere la stazione utente.  

In qualità di ente direttamente interessato dalle opere in questione, sia per la collocazione delle pale eoliche nello specchio acqueo davanti alla propria costa, sia per la collocazione di tutte le opere connesse da realizzare a terra, il Comune di Rimini ha evidenziato al MITE una serie di integrazioni e di chiarimenti rispetto alle alternative progettuali proposte, suddivisi per i diversi ambiti. Tra i principali: l’impatto paesaggistico, i punti di approdo a terra, l’impatto sulla pesca, la fine vita dell’impianto, le opere e gli interventi compensativi previsti per il territorio interessato dal progetto.  

Aspetti paesaggistici - Per quanto riguarda il layout A, l’Ufficio per il paesaggio del Comune di Rimini ha espresso parere nettamente contrario. Le ipotesi formulate nella nuova versione del progetto (layout B, C e D) con distanza minima dalla costa di 9,5 miglia e fino alle 18 miglia), introdotte dopo le osservazioni formulate dal Comune di Rimini nel 2020 nell'ambito del Procedimento di Concessione Demaniale, sono migliorative del progetto precedentemente presentato, tuttavia non accolgono pienamente la richiesta di allontanare il più possibile le pale eoliche dalla costa. Il Comune di Rimini ha chiesto quindi di prevedere un ulteriore allontanamento dalla linea di costa, riducendo del tutto l’impatto visivo. Nel caso in cui si proceda seguendo queste indicazioni, per quanto riguarda la disposizione degli archi su cui verrebbero disposte le turbine eoliche, il layout B è quello preferito. 

Per le opere a terra che interessano il comune di Rimini, si chiede di prevedere il collegamento con la centrale elettrica di Terna totalmente tramite cavo interrato al fine di limitare ulteriormente l’impatto visivo, evitando il collegamento in modalità aerea, considerato il contesto ad alta vocazione paesaggistica e agricola dell’area. 

Pesca – Pur essendo decisamente inferiore rispetto a quanto precedentemente proposto da Energia Wind 2020 nel layout A, anche nel layout B una parte dell’area occupata rimane interna alle acque territoriali, limitando le possibilità di pesca della marineria. L’Amministrazione chiede quindi di prevedere una maggiore profondità (almeno 2 metri) di interramento del cavo dell’elettrodotto in mare nel tratto prossimo alla costa, per evitare interferenze con le attività di pesca delle vongole. 

Compensazioni – Nel parere inviato al MITE si sottolinea come quanto proposto da Energia Wind 2020 in termini di interventi compensativi risulti “ampiamente insufficiente rispetto alla portata dell’operazione sia in relazione alla dimensione economica, sia in relazione al reale impatto sul territorio del Comune di Rimini”, l’unico ad essere interessato anche da opere a terra. L’Amministrazione quindi ribadisce come sia prioritario “individuare azioni compensative concrete che incidano realmente sul contesto socio-economico e ambientale del Comune e del territorio interessato, rivolte principalmente alla riduzione dei consumi energetici da fonti non rinnovabili, mettendo a disposizione della comunità locale parte dell’energia prodotta dall’impianto, e al contenimento dei costi degli approvvigionamenti energetici”, ad esempio attraverso la creazione di comunità energetiche rinnovabili, con l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici. Queste azioni dovranno principalmente essere indirizzate verso utenze pubbliche (ospedali, scuole, impianti di pubblica illuminazione, strutture sportive, sistemi di trasporto pubblico etc.) e utenze a basso reddito.