Cronaca 13:30 | 21/02/2025 - Romagna

Petitti (Pd). Giovani: in dieci anni a Rimini 1.178 giovani in più (+1,8%) tra i 15 e i 34 anni

 

Petitti (PD):”Dati incoraggianti, ma servono investimenti a contrasto della precarietà lavorativa e di sostegno all’abitare per chi viene a lavorare da noi”

Se l’italia “non è un paese per giovani”, l’Emilia-Romagna e la provincia di Rimini vanno in controtendenza, facendo registrare i migliori dati sull’attrattività dei giovani compresi tra i 15 e i 34 anni negli ultimi dieci anni. A mettere i numeri nero su bianco è l’indagine condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, evidenziando un fenomeno inesorabile quanto preoccupante, il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, con qualche distinguo, come quello dell’Emilia-Romagna che vede 7 delle sue province, compresa Rimini, tra le 15 a saldo positivo in tutta Italia.

I numeri

 

2014

2024

Variaz.assoluta

Variazione %

Emilia-Romagna

847.721

894.895

+47.174

+5,6%

Rimini

65.760

66.938

+1.178

+1,8%

L’Italia dal 2014 ad oggi ha perso qualcosa come 750 mila giovani compresi tra i 15 e i 34 anni, con un saldo negativo percentuale di meno 5,8%. L’Emilia-Romagna inverte specularmente, a livello percentuale, questa tendenza, facendo registrare un complessivo +5,6% che si concretizza in una crescita di più di 44 mila giovani, in particolare nelle province di Bologna, Parma, Modena, Ravenna, Piacenza, Reggio-Emilia e Rimini. Proprio Rimini si piazza al quindicesimo posto tra le province più attrattive per i giovani, con un aumento assoluto di 1.178 giovani, con un +1,8% nell’ultimo decennio.

” Dati incoraggianti – sottolinea Emma Petitti (PD) –ma per non disperderli servono investimenti a contrasto della precarietà lavorativa e di sostegno all’abitare per chi viene a lavorare da noi. Sappiamo infatti che la precarietà nei contratti e l’aumento del costo della vita legato all’inflazione, mettono a dura prova i giovani lavoratori, che sempre più spesso faticano a trovare casa o a pagare l’affitto nonostante uno stipendio. Penso a professioni come quella dell’infermiere e dell’insegnante, dove negli ultimi anni si stanno verificando fenomeni di ritorno dal nord al sud Italia, dove la vita a parità di stipendio costa meno, mettendo in crisi due settori fondamentali come sanità e scuola. Contrasto alla precarietà e sostegno all’abitare devono essere le due leve con cui l’Emilia-Romagna, aumentando le risorse a sostegno, può e deve sostenere questi giovani che vedono ancora nel nostro territorio la speranza di un futuro migliore”.

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