I finanzieri del Comando Provinciale di Rimini stanno dando attuazione in queste ore ad un provvedimento di sequestro preventivo del GIP presso il Tribunale di Rimini, dott.ssa Sonia Pasini, su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di un imprenditore riminese, operante nel settore dell’abbigliamento. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito dell’operazione “Eden brand” per risalire la “filiera del falso”, nel corso della quale, a febbraio, le Fiamme Gialle avevano ricostruito un vasto giro d’affari legato alla produzione su larga scala di abbigliamento contraffatto, che gli indagati commercializzavano su tutto il territorio nazionale, anche utilizzando società di diritto sammarinese, a loro, di fatto, riconducibili. All'epoca erano state eseguite, con l’impiego di oltre 1000 finanzieri appartenenti a 130 Reparti della Guardia di Finanza, oltre 300 perquisizioni su tutto il territorio nazionale e, a seguito di procedura rogatoriale, attivata dalla Procura della Repubblica di Rimini, alcune anche nel territorio della Repubblica di San Marino, dove, a seguito delle operazioni di polizia giudiziaria compiute dalle Autorità del Titano, sono state individuati 5 capannoni industriali e una tipografia, sequestrandovi oltre 400 mila capi d’abbigliamento, accessori e semilavorati contraffatti, centinaia tra macchinari, lucidi e cliché, nonché disponibilità finanziarie per oltre 300 mila euro.
Complessivamente all’esito di tale articolata attività di polizia giudiziaria condotta dalle Fiamme gialle, coordinate dal Pubblico Ministero dottoressa Paola Bonetti, si è pervenuti all’esecuzione del sequestro penale, confermato anche in sede di Riesame in Italia e Appello a San Marino, di circa 500 mila capi d’abbigliamento contraffatti (prevalentemente riconducibili al noto marchio “Thrasher”), decine di migliaia tra cliché, lucidi, telai e macchinari per la produzione del “falso”, per un valore stimato di oltre 6 milioni di euro. Alcuni negozianti che avevano acquistato e rivenduto in buona fede la merce nelle proprie boutique si erano resi addirittura disponibili a risarcire i loro clienti tratti in inganno dalla presunta genuinità del prodotto. Gli accertamenti economico-finanziari sviluppati successivamente dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Rimini hanno consentito di ricostruire l’illecito giro d’affari milionario messo in piedi in poco più di un anno, quantificato in circa 1,7 milioni di euro.
Perciò gli stessi militari della Guardia di Finanza, in ottemperanza a quanto disposto dal GIP presso il Tribunale di Rimini, hanno dato seguito all’esecuzione del relativo decreto di sequestro preventivo di sei immobili ubicati a Riccione e quote azionarie di tre società, per un valore complessivo di circa 1,7 milioni di euro, pari all’illecito profitto.