L'ennesimo gesto di disperazione, stavolta nella sezione Vega, quella che viene destinata ai transessuali. Una 32enne di origine peruviana ha tentato il suicidio ingerendo una massiccia quantità di farmaci che nel tempo aveva accumulato senza che nessuno se ne sia mai accorto. Come mai? Le perquisizioni cui i soggetti detenuti vengono effettuate non avrebbero dovuto far spuntare fuori i medicinali? Le condizioni di salute della 32enne sono ritenute gravi ma non tali da mettere a rischio la vita. E' ricoverata presso la Rianimazione dell'ospedale Infermi, ma prima ha avuto il tempo di spiegare le ragioni del suo gesto riconducibili solo ed esclusivamente alla segregazione carceraria. In particolare le condizioni di freddo e umidità in cui versa l'intera casa circondariale. Termosifoni accesi al minimo, appena tiepidi, non garantiscono ai detenuti il sufficiente riscaldamento che in questo periodo di freddo intenso è invece necessario. Le condizioni di vita della popolazione carceraria, aldilà delle singole responsabilità, devono essere comunque garantite e il riscaldamento in questo periodo è una di quelle più necessarie.
Cronaca
17:45 | 28/11/2017 - Rimini