La Biennale del Disegno di Rimini (dal 4 maggio al 28 luglio), a cura di Massimo Pulini e organizzata dal Comune di Rimini, si conferma una miniera di scoperte e disvelamenti. Come il preziosissimo nucleo di disegni originali “Océan”, matita su carta, di Grégoire Louis Domeny de Rienzi (1789-1843/1850?).
Queste opere illustrano un, all’epoca, sconosciuto continente australe.
Si tratta di ben 285 disegni su carta, oggi patrimonio della Biblioteca Gambalunga, che li custodisce negli armadi della Sala Des Verges.
La mostra, allestita al Museo Civico, presenta una selezione di questi fantastici documenti visivi, affiancati da un altrettanto selezionato nucleo di oggetti rituali tratti dalla collezione del Museo degli Sguardi, il Museo delle Culture Extraeuropee "Dinz Rialto" di Rimini. Ovvero uno dei principali musei italiani dedicati interamente, a livello etnologico ed archeologico, alle culture dell'Africa, dell'Oceania, dell'America precolombiana e in parte minore dell'Asia.
Ed è proprio lo sguardo il filo conduttore di questa raffinata esposizione.
Il focus è infatti sullo sguardo dell’Occidente (nella prima metà del XIX secolo) sulle civiltà religiose dell’Oceania e sui loro molteplici riti, costumi, simboli sacri, assimilabili alle culture sacre sia dell’Australia, sia dell’India e dell’Indocina. Così come lo sguardo sui paesaggi esotici.
L’Autore, Grégoire Louis Domeny de Rienzi, fu egli stesso avventuriero, esploratore, geografo, fantasmagorico narratore.
Quello che si sa di lui è molto, ma è difficile il discrimine tra ciò che è storia e quello che è leggenda, spesso autoalimenta. La sua autobiografia lo farebbe discendere da Cola di Rienzo, eroico protagonista di infinti fatti d’arme sotto le più diverse bandiere. È certo il suo viaggio in Oceania, poi a Canton e all’Isola Bourbon, oggi Réunion, dove venne eletto deputato. Nel 1831 è a Parigi dove ottiene riconoscimenti per le sue esplorazioni e dove si scontra con Champollion. A Parigi pubblica, soffermandosi sulla descrizione soprattutto dei costumi tribali, tre volumi sull’Oceania, Melanesia Micronesia e Polinesia.
Non è sicura nemmeno la data del suo suicidio. Per alcuni sarebbe avvenuta nel 1843, per altri sette anni più tardi, nel 1850. Finale in linea, con l’estrosa ambiguità del personaggio.
“Il nostro obiettivo – chiarisce Massimo Pulini – è valorizzazione attraverso alcuni exempla il preziosissimo patrimonio di 285 disegni a matita su carta custoditi nel Fondo Des Vergers, recuperando un’idea di Rosita Copioli mai realizzata per la II Edizione della Biennale del Disegno, in rapporto con manufatti etno-antropologici del Museo degli Sguardi poco noti o esposti. Si tratta di una importante sezione della Biennale dedicata a un fondo appartenente al Comune di Rimini, d’interesse internazionale e di perfetta adesione al tema della Biennale”.