Il Covid ci svela la centralità delle relazioni umane. Non basta la tecnologia, la pandemia rivela la ricerca di senso nell'uomo come desiderio di relazione autentiche. Cosi Gabriella Turnaturi ieri sera nell'affollata lezione alla rassegna filosofica sulla resilienza. Da mesi il nostro stile di vita si è modificato radicalmente, ma come sarà la vita sociale quando il Covid-19 sarà stato debellato? Ritorneremo alla vita di prima, puntando ancora su obiettivi come benessere e progresso, o dovremo adottare altre modalità e altri valori?
Una apparente contraddizione che emerge da questo strano tempo: la pandemia ci obbliga a stare lontani e ci dice però quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Come mettere insieme questi due elementi? In realtà ciò che vediamo è quello che le pandemie portano con sè, cioè il bisogno di stare distanti un po' gli uni dagli altri. Ora, le relazioni sono come l'aria, cioè sono invisibili, ma realissime, senza l'aria non viviamo, così anche senza relazioni non possiamo vivere e quindi il problema è capire come gestire queste relazioni. Il problema è che non abbiamo una cultura della relazione perché la modernità ci ha spiegato che la relazione è una proiezione dell'io, dei suoi desideri e opinioni, mentre invece la relazione è una realtà oggettiva che non dipende nè da me nè da te, anche se siamo noi che dobbiamo creare questa relazione. Un intenso dibattito ha chiuso la bella serata.
Cultura
20:13 - Riccione