Venerdì 24 (ore 20) e domenica 26 novembre (ore 15.30) l’appuntamento che chiude la stagione d’opera riminese in un allestimento coprodotto da Teatro Comunale di Modena, Teatro di Piacenza, i Teatri di Reggio Emilia e il Teatro Galli. La stagione d’opera 2023 del Teatro Galli si conclude venerdì 24 novembre – ore 20 e replica domenica 26 alle 15.30 - con Don Carlo di Giuseppe Verdi tra i titoli più impegnativi del catalogo del compositore sia per la ricchezza della partitura sia per la sontuosità richiesta per la messa in scena dell’opera ricavata dalla tragedia che Friedrich Schiller scrisse ispirandosi a fatti storici accaduti in Spagna a metà Cinquecento. Lo scontro tra un sistema politico oppressivo e l’aspirazione alla libertà individuale come il contrasto tra padre e figlio, attrassero Verdi nel comporre un’opera di vaste dimensioni presentata per la prima volta nel 1867 all’Opéra di Parigi.
Affollato il cast vocale che radunerà interpreti affermati: il basso Ramaz Chikviladze (Filippo II re di Spagna), il tenore Paolo Lardizzone (Don Carlo, infante di Spagna), il soprano Maria Teresa Leva (Elisabetta di Valois), il baritono Hae Kang (Rodrigo, marchese di Posa) Il mezzosoprano Shay Bloch (La principessa Eboli) e il basso Strahinja Djokic (Il grande Inquisitore). Sul podio dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini e del Coro Lirico di Modena il maestro Jordi Bernàcer. La regia è firmata da Joseph Franconi Lee con le scene e i costumi disegnati da Alessandro Ciammarughi che ha voluto ispirarsi allo storico spettacolo realizzato al Teatro dell'Opera di Roma dal grande Luchino Visconti.
L’allestimento di Don Carlo nasce da una coproduzione che vede impegnati il Teatro Comunale di Modena, il Teatro di Piacenza, i Teatri di Reggio Emilia e il Teatro Galli di Rimini. La direzione è affidata a Jordi Bernàcer, alla guida dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini e del Coro Lirico di Modena preparato da Giovanni Farina. La regia è di Joseph Franconi-Lee, con scene e costumi di Alessandro Ciammarughi e luci di Claudio Schmid.
L'opera, la più lunga e ambiziosa di Verdi, è un affresco cupo e passionale della Spagna al culmine dell'Inquisizione e si fonda sull’intreccio fra la sfera personale e politica dei protagonisti. All’amore conteso fra Filippo II re di Spagna e il figlio Don Carlo per la stessa donna, Elisabetta di Valois, si sovrappone il rapporto fra le ragioni di stato e la chiesa, rappresentata dal Grande Inquisitore.
“Uno degli aspetti che trovo più affascinante in Don Carlo – dichiara il direttore Jordi Bernàcer - è il sovrapporsi di tanti conflitti che si sviluppano parallelamente attraverso tutta l’opera. La lotta per la libertà contro l’oppressione politica e religiosa, dell’assolutismo contro il liberalismo, l’equilibrio del potere della chiesa con lo stato, dell’amore contro le ragioni di stato, la luminosa Francia e il suo ricordo attraverso il resto dell’opera contro la cupa e opprimente Spagna imperiale e inquisitoriale”
“L’opera, in modo piuttosto straordinario – spiega il regista - è una sorta di corollario delle passioni e dei sentimenti umani più profondi, tutti palpabili attraverso la musica di Verdi. La libertà, l’oppressione, l’amore, l’amicizia, l’incapacità di comunicare, sono tutti elementi al centro dell’opera che, come in tutte le opere di Verdi, passano in modo efficace attraverso la musica e costituiscono la bellezza del Don Carlo”.
Per informazioni: www.sagramusicalemalatestiana.it
Biglietteria Teatro Galli: Piazza Cavour, 31, tel. 0541.793811