Un successo travolgente ha accolto ieri sera “Vorrei una voce”, l’intenso monologo teatrale scritto e interpretato da Tindaro Granata, che ha trasformato il Cocoricò di Riccione in un luogo di emozione e riflessione intorno a temi profondi legati alla dignità, alla forza di risollevarsi e al desiderio di realizzare i propri sogni. Il progetto, ispirato al lungo lavoro di Granata con le detenute della casa circondariale di Messina, ha riportato il pubblico presente negli anni Settanta e all’ultima iconica esibizione live di Mina, raccontando al contempo storie vere di riscatto e speranza e mostrando l’importanza umana e sociale di attività come quelle del teatro in carcere.
L'evento, realizzato grazie alla collaborazione di Riccione Teatro e dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini, ha confermato la forza del teatro come strumento di riflessione collettiva e di crescita personale, ed è stato l’occasione per siglare un importante e innovativo Protocollo d’intesa tra i gli enti. A conclusione dello spettacolo infatti, gli amministratori dei comuni membri dell'Osservatorio – Riccione, Rimini, Bellaria Igea Marina, Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano, Cattolica e Santarcangelo di Romagna – hanno firmato un accordo, già approvato dalle rispettive amministrazioni, che pone la cultura e il teatro al centro della prevenzione alla criminalità, sottolineando il ruolo del teatro come strumento di promozione della legalità e di costruzione di una società più giusta.
Al termine della serata, il giornalista Oliviero La Stella ha guidato una toccante conversazione con Tindaro Granata e Daniela Ursino, responsabile del progetto “Il Teatro per Sognare” a Messina, approfondendo il rapporto tra carcere e teatro, e riflettendo sulla necessità di pene dignitose e rieducative. La discussione ha rafforzato l'importanza del teatro e delle arti come veicoli per la maturazione e il reinserimento sociale.