La sua opera più conosciuta è senz’altro quella del Tuffatore immortalato al porto di Rimini. Possiamo dire che è uno dei capisaldi del neorealismo italiano. La sua ispirazione proviene dalla scultura gotica occidentale italiana, la ritroviamo nelle sue opere il cui comune denominatore è la luce di una semplice candela. Stiamo parlando di Nino Migliori a cui Rimini ha commissionato una serie di opere dedicate ad Agostino di Duccio e al Tempio Malatestiano come degna chiusura del seicentesimo anniversario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta di cui si è parlato in conferenza stampa con l'assessore Pulini (nella foto). Un appuntamento da non perdere quello dell’inaugurazione di sabato 16 dicembre ore 18 presso la FAR - Fabbrica Arte Rimini. Con LUMEN La Cappella dei Pianeti e dello Zodiaco nel Tempio Malatestiano, si potranno osservare nei minimi dettagli il tempo, i contrasti dettati dal lume di una candela e l’immobilità dei suoi soggetti. È così che si possono riconoscere le sue opere, in forte contrasto con quello che è la società attuale, in cui la solo parola d’ordine è: velocità. A 91 anni Nino Migliori trova la leggerezza di salire sopra un elevatore nel mezzo del Tempio Malatestiano all’una circa di notte, affiancato da due sue assistenti che reggendo due semplici candele, gli hanno dato la possibilità di fotografare (a mano libera, senza alcun utilizzo di cavalletto) la Cappella dei Pianeti. Fatto interessante è sapere che è stato ritrovato un documento dallo studio di un archivio di una studiosa australiana di tarocchi che risale al 1440, (10 anni prima quindi dall’inizio della costruzione del Tempio Malatestiano) che attesta l’esistenza dei tarocchi come gioco dei trionfi degli arcani maggiori, e in quel documento un giurista che era al servizio di Sigismondo Malatesta, dice di aver donato a Sigismondo un mazzo di trionfi. Questo ha permesso di capire che il primo mazzo di tarocchi conosciuto era proprio qui a Rimini.
L.B.