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Cultura 15:58 | 14/09/2023 - Rimini

Fuga dalla scuola. 44 i casi di evasione scolastica accertati nell’ultimo anno, 45 quelli recuperati, così come le richieste di educazione parentale

Con la prima campanella inizierà a Rimini un mese dedicato al benessere a scuola con l’avvio del “Settembre pedagogico riminese”, nato dalla collaborazione tra Comune di Rimini e CIDI (Centro di iniziativa democratica degli insegnati) Rimini. Il tema sarà “benessere a scuola, fini e confini della scuola italiana” con un cartellone che prevede 17 eventi compresi tra il 17 e il 30 settembre, mettendo insieme  docenti riminesi e relatori di livello nazionale.

il “Settembre Pedagogico” è un appuntamento storicamente dedicato in Italia – e che a Rimini, pur essendo già stato organizzato in passato, torna con volumi e portata di eventi inedita -  a promuovere approfondimenti tematici, a cura di esperti, percorsi formativi, percorsi ed esperienze rivolti ai genitori, ai bambini, alle bambine e ai docenti. Il tutto con l’intento di mostrare alla comunità l’importanza, la qualità del sistema formativo territoriale.

In particolare quest’anno occorre riaffermare il valore dello stare bene a scuola e del valore di una scuola aperta alla comunità, coesa e inclusiva, quale luogo dello stare bene e di formazione della persona e del cittadino, radicato nel proprio territorio e sostenuto dalla partecipazione attiva di tutta la comunità.

Evasione scolastica

Tra i temi che saranno affrontati nel corso dei diversi incontri anche quello della dispersione ed evasione scolastica. Un fenomeno sotto la lente di ingrandimento anche a livello locale, seppure i numeri di Rimini siano tutto sommato relativi e comunque migliori rispetto a quelli della media nazionale.

Sono state 91 (89 più 2 casi di irreperibilità) le segnalazione relative a Rimini ricevuto per evasione scolastica nel corso dell’anno scolastico 2022/2023. Di queste posizioni, la metà (45), sono state recuperate in corso d’anno grazie ad un importante lavoro di richiamo e sollecito sulle famiglie. In particolare hanno ripreso la frequenza 22 alunni della scuola primaria, 2 delle scuole medie, 6 delle scuole superiori. Altri 15, hanno spostato la residenza, e recuperato la frequenza, in altri comuni o all’estero.

Le posizioni di evasione accertata sono state 44; di queste, la maggior parte (37) si sono registrate nella scuola primaria, il resto nella scuola media (3) e nelle scuole superiori (4).

Rimini laboratorio regionale

Il prossimo anno scolastico vedrà Rimini protagonista a livello regionale per l’osservazione e la sperimentazione di strumenti per il contrasto all’evasione scolastica e la promozione del benessere tra gli alunni. Il Garante regionale per l'infanzia ha infatti selezionato 3 comuni capoluogo della Regione Emilia – Romagna (oltre Rimini, unica romagnola, Reggio Emilia  e Modena) per la realizzazione di una ricerca su “povertà educativa e contrasto alla dispersione scolastica”  elaborato dall’Ufficio della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con ANCI Emilia-Romagna e la DG dell’Assemblea legislativa e un confronto con altre banche dati (fra cui INVALSI) che si avvierà in autunno. Una occasione  importante per porre l’attenzione non solo sulla più conosciuta e riconoscibile evasione esplicita (ad esempio le assenze non giustificate, non andare a lezione senza il permesso dei genitori, abbandonare gli studi prima del diploma), ma anche sull’evasione implicita (gli studenti che, pur non essendo dispersi in senso esplicito, finita la scuola non hanno le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e dell'Università).

Educazione parentale

Nel corso dell’anno scolastico sono state 49 le famiglie che hanno chiesto di poter assolvere gli obblighi scolastici dei propri figli attraverso l’educazione parentale. Un numero che, seppur relativo a livello assoluto, e  in calo rispetto all’anno scorso - quando le domande salirono a 58 – conferma un trend strutturale di crescita rispetto ai numeri pre covid, quando le richieste si assestavano intorno alle 10/15 famiglie. Un fenomeno dunque che è cresciuto in modo esponenziale dalle chiusure delle scuole in periodo pandemico, ma che ora sta trovando una sorta di stabilizzazione.

Pur non essendoci un identikit vero e proprio, da una rapida valutazione delle richieste, si può evincere come queste vengano perlopiù avanzate da famiglie con un buon livello socio culturale ed economico, anche perché tra le condizioni per ottenerla, è necessario dimostrare le capacità tecniche od economiche per assolvere l’obbligo formatico, come spiega il Miur: “Un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche è rappresentata infatti dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare, paterna o indicata con i termini anglosassoni quali: homeschooling o home education. Tutte queste espressioni indicano la scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza. A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo”. 

"Riettere al centro la funzione educativa e sociale della scuola - ha spiegato Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini - atraverso un dibattito serio e ad un dialogo con esperti, aperto a tutta la città. Questo è l'obbiettivo a cui il settembre pedagogico, che ritorna da quest'anno in una veste più ampia, vuole dare un contributo importante, grazie allla collaborazione tra istituzioni, famiglie e mondo scuola. Di quest'ultimo fa parte il CIDI - Centro di Iniziativa Democratica Insegnanti con cui l'Amministrazione comunale di Rimini ha iniziato una collaborazione che ci auspichiamo diventi strutturale, in concomitanza con il mese che segna l'inizio dell'anno scolastico. La scuola deve sempre più poter essere un luogo dove stare bene, e non solo dove sentirsi giudicati. Le ragazze e i ragazzi devono poter avere il diritto alla propria fragilità, e la scuola, oltre che formarli, può e deve tornare ad educarli, crescerli, accoglierli; proprio il tema della valutazione sarà uno dei primi appuntamenti. Arginare gli abbandoni scolastici significa anche investire nei nidi e nelle scuole di infanzia, come stiamo facendo, ma anche creare una rete con università e mondo del lavoro - che sarnno altri attori presenti nel programma - per dare forza e prospettiva agli impegni dei nostri studenti. Un dato che ci rinforza è quello che vede ogni anno, tra i circa 1.400 laureati del campus unibo di Rimini, circa l'80% occupato e attivo sul nostro territorio. Serve, in definitiva, lavorare insieme per la creazione di una relazione di fiducia tra scuole, famiglie e istituzioni, in grado di realizzare una vera e propria comunità educativa locale che sappia investire e programmare sul proprio futuro".

Alla conferenza stampa hanno partecipato la vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini, Chiara Bellini, e per il CIDI Rimini, il presidente Vincenzo Aulizio e Paolo Fabrizio Corregioli