Guerra o pace, strategie per il futuro. Da un’intervista di Antonio Mazzoni del coordinamento pacifista riminese al Generale Fabio Mini, in preparazione dell’incontro che si terrà Sabato 25 marzo prossimo - Palazzo del Turismo, ore 17 - quando l’ex Capo di Stato maggiore del Comando NATO per il Sud Europa sarà a Rimini.
Il Generale Fabio Mini, ora in congedo, è stato pure dal 2002 al 2003 Comandante delle operazioni di pace in Kosovo. Autore di numerose pubblicazioni sui temi in oggetto - collaboratore di Limes, Il Fatto Quotidiano, L’Espresso e la Repubblica - è uno degli analisti più attenti in merito alle moderne strategie e tecniche militari, avendo seguito e analizzato le guerre combattute in Somalia, Iraq, Afghanistan, Kosovo, Libia e Ucraina. L’intervistatore ha raggiunto telefonicamente il Generale per concordare tempi e modi dell’iniziativa e raccogliere alcune impressioni sulla situazione geo-politica e sui possibili sviluppi, a un anno dall’aggressione russa all’Ucraina. Si riporta di seguito uno stralcio dell’intervista.
Funzione delle guerre e degli eserciti nel contesto planetario
Ad avviso del Generale Mini il concetto tradizionale di guerra è ormai obsoleto, come lo sono le figure dei militari. “Consideri - dice - che non c’è più un soldato a guardare le frontiere, il problema della sicurezza è ormai planetario. Oggi si combatte per i cicli produttivi, in tutto il globo e senza fine. Gli eserciti ne escono trasformati. Ai soldati di leva si affiancano i professionisti, ai militari i civili, mercenari o contractors. La tecnologia ha introdotto nuovi armamenti. I sistemi di comando e i metodi operativi si sono affinati e specializzati, i combattimenti a controllo remoto e le piattaforme robotizzate sono già una realtà.” Lo sguardo del Generale si apre poi a orizzonti più larghi. Nel mondo globalizzato “c’è voglia di impero, imperi dell’informazione, dell’economia, della finanza, della guerra, del terrore, del crimine, che hanno ormai perso le connotazioni nazionali o etniche per divenire trasversali, transnazionali, multinazionali. Mere strutture di potere e di dominio.”
Il conflitto in corso in Europa
Venendo a Russia e Ucraina, il Generale ribadisce quanto già espresso fin dal marzo 2022. “È falso che la guerra sia iniziata con l’invasione russa dell’Ucraina. Questo in realtà è un atto nemmeno finale di una guerra iniziata nel 2014 con l’insurrezione delle province russofone del Donbas che volevano l’indipendenza dal governo di Kiev. All’ipocrisia della Nato si è aggiunta una propaganda martellante intesa ad affermare che Putin voleva ripristinare l’impero zarista, per liquidare la questione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è agghiacciante: centinaia di migliaia di vittime - soldati e civili, russi e ucraini; milioni di profughi sparsi per l’Europa, immani distruzioni di impianti industriali, infrastrutture e centri abitati.”
Indipendenza strategica dell’Europa in un orizzonte di pace
Riferendosi all’auspicata fine del conflitto in corso, il Generale traccia nell’intervista le linee guida per un cambio di passo dell’Europa rispetto ai temi della difesa. E conclude: “Quando la crisi sarà superata, sperando di essere ancora vivi, Italia ed Europa dovranno impegnarsi seriamente a conquistare quella autonomia, dignità e indipendenza strategica che garantiscano la sicurezza europea a prescindere dagli interessi altrui.”
L’intervista integrale sarà diffusa il 25 marzo in occasione dell’incontro-dibattito sul tema: Guerra o pace, strategie per il futuro, Rimini, Palazzo del Turismo, piazzale Fellini n. 3.