Su quei divani sedevano comodamente le signore, vestite dei loro abiti con quei caratteristici ma non certo pratici bustini rigidi, per fare due chiacchiere in attesa che si alzasse il sipario. Panche che hanno attraversato la storia e che hanno poi resistito ai tremendi bombardamenti che rasero al suolo Rimini durante la seconda guerra mondiale e che ridussero in macerie anche il teatro della città facendo calare il silenzio per molti anni a seguire. Quattro di quei divani, parte dell’arredo dell’allora Teatro Nuovo oggi Teatro Galli, tornano nel foyer polettiano, grazie alla passione e alla generosità dell’antiquario riminese Bruno Bernardi e di Giacomo Di Dio. Le panche sono state acquistate da Bernardi una decina di anni fa, recuperate da una famiglia riminese che ne era in possesso dal dopoguerra. “Terminato il conflitto infatti fu data la possibilità alla gente di prendere dal Teatro, così come da altri luoghi bombardati della città, i beni di cui avessero bisogno per ripartire e ricostruire ciò che avevano perso con la guerra – racconta Bernardi – Le quattro panche sono di misure diverse (due di 3 metri, due di 2 metri circa) perché erano posizionate in piani diversi del teatro, nei corridoi esterni dei palchi, utilizzate dagli spettatori per le brevi conversazioni prima dell’inizio degli spettacoli. Le panche sono in patina originale, i materiali non sono stati toccati se non per trattamenti specifici antitarme e i tessuti sono autentici. Abbiamo voluto donare questi arredi perché siamo amanti delle cose belle, della nostra città e del teatro" sottolinea Bernardi, esperto in illuminazione e lampadari d’antiquariato. Le quattro panche sono state attualmente posizionate nella sala del Poletti, visibili da chiunque entrerà in platea o salirà le scale per raggiungere i palchi. E’ già invece in mostra da tempo un altro arredo di proprietà di Bernardi e donato anch’esso alla città: si tratta della specchiera presente nella sala Ressi, anche questa acquistata da una famiglia riminese che ne era entrata in possesso nel dopoguerra “e solo dopo qualche ricerca approfondita abbiamo verificato appartenesse agli arredi del Galli. Non è escluso quindi che ci siano altri pezzi di arredo del teatro nelle case di qualche famiglia riminese”. Il mobile “è un tipico arredo da teatro – prosegue Bernardi - la grande dimensione era utile perché consentiva agli uomini di appoggiarsi durante le discussioni e alle signore di lasciare le borsette, con la possibilità di guardarsi nel grande specchio. Nel mobile e nella specchiera sono presenti delle colonne dorate che rappresentano l’architettura esterna del teatro. Sempre nel mobile si possono notare delle raffigurazioni di maschere a simboleggiare le maschere del teatro".
“Da parte della città ringrazio Bernardi e Di Dio per questa donazione di grande valore simbolico perché arricchisce di ulteriore bellezza uno dei luoghi della città – sottolinea l’assessore alla Cultura Michele Lari – Per chi ama il teatro è davvero un’emozione poter riappropriarsi di elementi che sono più di arredi, ma che permettono di aggiungere pagine a quel racconto interrotto dai bombardamenti del dicembre del 1943. Ed è bello che ci siano privati che abbiano una sensibilità tale da condividere con la comunità questi beni”.