I lavori che stanno interessando circa un quarto del percorso espositivo e che cambieranno il volto del Museo della città ridisegnando le modalità di fruizione della porzione che va dall’Alto Medioevo al Rinascimento, sono stati al centro della IV Commissione Consiliare Cultura che si è tenuta ieri pomeriggio per fare il punto sulle varie tappe del percorso che ha preso il via lo scorso 27 febbraio con l’inizio dei lavori. Un’occasione per fornire lo stato dell’arte degli interventi in corso e per fare un punto sulle future prospettive del Museo di via Tonini, al centro di un importante percorso di rinnovamento.
“Non si tratta di un semplice “rifarsi il trucco - ha commentato il Sindaco Jamil Sadegholvaad durante la Commissione - ma di un profondo intervento di rigenerazione complessiva che coinvolge oltre un quarto del percorso espositivo (il primo piano) e che andrà a ridisegnare le modalità di fruizione di tredici sezioni riorganizzando circa trecento opere, tra sculture, dipinti, medaglie e ceramiche”. Un percorso, ha ricordato il primo cittadino, che sigilla l’ingresso “nell’età matura, della crescita del Museo”, che sarà anche “tra gli asset principali della sfida di Rimini a Capitale della Cultura”, proprio perché “rappresenta la tradizione e la storia del territorio, configurandosi come il luogo per eccellenza dell’arte e della cultura della nostra comunità. Dal Museo della Città a Museo per la città. L'ambizione è che ogni riminese, di qui ai prossimi cinque anni, venga al Museo e poi, uscendo da qui, abbia la curiosità di entrare negli altri Musei”.
La parola è poi andata al direttore del Museo Giovanni Sassu che ha ricordato come l’avvio dei lavori al museo sia stato preceduto da due anni di confronti, studio e preparazione, che si sono focalizzati all’inizio sulla scuola riminese del Trecento per poi allargarsi all’epoca romana e al periodo dei Malatesta. Sassu ha poi illustrato il cronoprogramma del cantiere che interessa il primo piano e il significato più profondo che si cela dietro agli interventi, volto, sostanzialmente, a rispondere a tre obiettivi: la costruzione di nuove modalità di fruizione, supportate anche da tecnologie immersive e interattive attraverso otto stazioni multimediali che illustrino arte e storia del territorio; la valorizzazione delle opere presenti nel Museo mediante un miglioramento dell’esperienza di visita e delle modalità di conservazione; l’approfondimento di studio finalizzato a creare una sezione scientificamente accurata e pregiata degli allestimenti. “Il museo studia le proprie collezioni e lo fa con professionisti del settore”, ha detto Sassu, soffermandosi sul lavoro di “riqualificazione percettiva” che farà da filo conduttore al progetto di valorizzazione degli spazi e delle esposizioni, che avranno il “Trecento come architrave della rinascita museale”. “Un altro concetto che guida i contenuti del percorso è quello delle 'Pietre che parlano’ - ha aggiunto il direttore - Il riallestimento lavora moltissimo sui frammenti della Cattedrale di Santa Colomba: cerchiamo di far parlare queste pietre e dargli un contesto. Non vogliamo parlare solo agli studiosi, ma a tutti. Si prende per mano il visitatore, in base al suo grado di conoscenza e alla voglia di approfondire”. Tornerà da protagonista il Giudizio Universale, capolavoro del Trecento riminese attribuito a Giovanni da Rimini e custodito all'interno del Part Palazzi d’Arte di Rimini. La sala dove sarà esposto, “diventerà una specie di hub direzionale della visita della città trecentesca”, ha detto il direttore Sassu.