Inaugurazione ufficiale questa mattina per la mostra L’oro di Giovanni. Il restauro della Croce di Mercatello e il Trecento riminese. Al centro dell’attenzione la maestosa e antica croce della chiesa di San Francesco a Mercatello, unica opera datata e firmata dal capostipite della Scuola Riminese del Trecento, reduce dal restauro di questi mesi, nuovamente a Rimini dopo oltre 85 anni. L’occasione dello spostamento dell’opera dalla sede originale ha reso possibile il suo temporaneo ritorno, nella città natale del pittore, dove non era più stata esposta dal 1935, anno della prima grande mostra sul Trecento riminese curata da Cesare Brandi. La Croce, inoltre, non ha ricevuto interventi di restauro significativi dal 1966, quando si trovò coinvolta nell’alluvione di Firenze, dove era occasionalmente custodita proprio per alcuni interventi conservativi. All’opera di Mercatello si affiancano la croce dipinta della chiesa di San Lorenzo a Talamello, il più piccolo crocifisso ‘Diotallevi’ dei Musei Comunali di Rimini, la croce sagomata dell’Antiquario Moretti di Firenze, il crocifisso Spina del maestro di Montefiore e la testa di Giuliano da Rimini, questi due ultimi di proprietà della Fondazione stessa e in deposito nei Musei Comunali.
Nel corso dell’inaugurazione la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, per volontà del Presidente Mauro Ioli, ha premiato Giovanni Carlo Federico Villa, professore associato di Storia dell’Arte Moderna all’università di Bergamo e direttore di Palazzo Madama a Torino. Al Prof. Villa è stata consegnata una medaglia coniata in memoria dell’indimenticato Enzo Pruccoli, storico responsabile dell’Ufficio Cultura della Fondazione, a dieci anni dalla sua scomparsa. La medaglia rappresenta un ex libris della biblioteca del raffinato bibliofilo. Presenti in sala il fratello Enio, la sorella Edi e la cugina Lorella Pari. “Sono orgoglioso di questo premio - ha detto il Prof. Villa – che coincide con la presentazione di una mostra che ritengo un vero gioiello. Rimini consegna all’Italia e all’Europa un contributo importante nella lettura del Trecento Riminese, una scuola pittorica che è nei libri di storia dell’arte. Il dialogo fra queste opere d’arte è un momento che sarà ricordato come uno dei passaggi fondamentali nella conoscenza”.
All’inaugurazione sono intervenute numerose autorità fra le quali mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini e mons. Andrea Turazzi, vescovo di San Marino e Montefeltro. Interventi durante la presentazione di Natalino Valentini Direttore Istituto Superiore Scienze Religiose, Paolo Cavicchioli Presidente Regione Emilia-Romagna dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria, Filippo Corsaro Direttore Regionale Romagna-Marche di Crédit Agricole e Tommaso Castaldi Funzionario storico dell’arte della Soprintendenza delle Marche.
Mauro Ioli, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini: “La Fondazione considera da sempre la valorizzazione del Trecento, età splendida e breve della nostra storia e della nostra identità culturale, come una missione propria, nella salvaguardia e custodia di quel felice momento e delle sue eccellenti produzioni. La Città di Rimini è stata continuamente sollecitata dal prof. Antonio Paolucci a fare dell’arte del XIV secolo il centro della propria promozione culturale e turistica: il nostro Istituto ha sempre risposto volentieri e coi fatti a questo richiamo. L’Europa e il mondo riconoscono da tempo la centralità artistica e culturale di Rimini nell’età di Giotto e di Giovanni: nessuna rinascita della cultura sarà possibile senza esaltare, questo lungo Rinascimento che comincia coi pittori Riminesi e continua negli splendori malatestiani del Quattrocento. E questo è il monito e il richiamo che indirizziamo ai tanti che si cimentano sulla scena pubblica culturale e politica riminese".
“Crédit Agricole Italia è lieta di sostenere iniziative culturali così rilevanti per tutta la cittadinanza riminese - dichiara Filippo Corsaro, Responsabile della Direzione Regionale Romagna e Marche di Crédit Agricole Italia - La mostra che si inaugura oggi, rappresenta un esempio concreto della proficua collaborazione tra Crédit Agricole Italia e Fondazione Carim, insieme ai tanti progetti dalla significativa valenza sociale e culturale realizzati in questi anni nella provincia di Rimini”.
“Una missione comune delle Fondazioni di origine bancaria è conservare, restaurare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale dei loro territori – ha detto Paolo Cavicchioli, Presidente Associazione tra Fondazioni di origine bancaria Emilia-Romagna - La mostra dedicata al Crocifisso di Giovanni da Rimini e al Trecento riminese assume almeno tre significati: è una conferma dell’impegno dell’Associazione tra Fondazioni dell’Emilia-Romagna a tutela dello straordinario patrimonio artistico della nostra Regione; rappresenta un segnale di ripartenza della cultura dopo i lunghi mesi di lockdown; mantiene viva, attraverso l’opera di un grande artista riminese, la memoria storica di una comunità”.