“L’amministrazione comunale, con il coinvolgimento dei servizi sociali – spiega Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini - ha scelto una via diametralmente opposta a quella governativa, che con il decreto Caivano ne ha imboccata una unicamente repressiva. La nostra scelta si sta rivelando giusta, perché aumentano i recuperi, a fronte di dati fisiologici di abbandono che sono nettamente migliori che in altre parti del Paese. Coinvolgere i servizi sociali, attivare le reti di prossimitià, avviare un processo di incontro e confronto con le famiglie significa in molti casi ridare una possibilità alle loro figlie e ai loro figli. Noi vorremmo andare oltre, aiutando a creare nelle scuole un clima di benessere in grado di migliorare anche i rapporti tra scuola, famiglie, associazionismo,comunità”.
Ma aldilà dell’abbandono vero e proprio, il tema del benessere ci porta ad affrontare anche quello della dispersione implicita, ovvero quelle ragazze e quei ragazzi che, pur ultimando il ciclo di studi dimostrano di non avere sviluppato competenze adeguate nei test invalsi. A livello nazionale, dopo l’aumento in pandemia, la dispersione scolastica è scesa ai livelli pre-covid, ma il recupero non è completo in materie chiave come italiano e matematica.