Ancora un fine settimana di appuntamenti nel segno della fotografia a Savignano sul Rubicone.
Domani, sabato 16 e domenica 17 settembre saranno visitabili tutte le mostre di SI FEST 2023, con orario 10-20. Sabato 16 settembre le mostre in programma all’Istituto comprensivo “Giulio Cesare” sono visitabili solo nell’orario 15-20.
Nel secondo fine settimana di apertura, il festival propone due visite guidate. Sabato 16 settembre alle 17 alla Vecchia Pescheria Jessica Andreucci e Giuseppe Pazzaglia condurranno la visita alla mostra La cultura del progetto, progetto vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Nel percorso che porterà nel 2024 alla nascita della Fototeca comunale “Marco Pesaresi”, il Comune di Savignano sul Rubicone prosegue nella sua opera di sostegno alla fotografia contemporanea. La novità più recente è La cultura del progetto, nato con l'obiettivo di assicurare la qualità e la continuità dell’incremento del patrimonio pubblico di fotografia contemporanea attraverso strategie di acquisizione adeguate e coerenti. Gli esiti del progetto vengono presentati al SI FEST con un allestimento che affianca archivio e novità: da un lato immagini di Savignano dal 1968 ai giorni nostri, con foto di Mario Beltrambini, Luigi Erba, Guido Guidi, Paolo Monti, Francesco Neri e Francesco Raffaelli; dall’altro un’anteprima delle recentissime campagne condotte in città da Alma Beccarelli (Hora vera, sul rapporto tra i savignanesi e il cielo), Noemi Comi (Steli granitiche, sulle storie di fantasmi sorte attorno al Castello di Ribano) e Benedetta Ristori (Stasi, sul legame tra paesaggio fluviale e vita umana), esito di un lavoro che ha visto alcuni fotografi impegnati in una serie di campagne fotografiche sul territorio.
Domenica 17 settembre alle 11 invece l’appuntamento sarà con Mario Beltrambini e Jana Liskova, che condurranno la visita guidata alla mostra Rimini Revisited, la sezione savignanese di Rimini Revisited. Oltre il mare, mostra che ripropone a vent’anni di distanza il lavoro dedicato da Pesaresi alla sua terra di origine (Palazzo Martuzzi).