Un parco cittadino e una rotatoria porteranno il loro nome. Luoghi che ricorderanno due figure che, nel corso della loro vita, hanno contribuito a cambiare in meglio il territorio e il Paese.
Si tratta di Anna Pizzagalli, dirigente sindacale degli anni Sessanta, ricordata come una delle prime donne nel nostro territorio a diventare dirigente sindacale, che ricoprì anche il ruolo di consigliera e assessora a Cattolica.
Una concittadina a cui questa mattina è stata intitolata l’area verde presente in via Francesco Baracca, vicino alla sede dei sindacati di via Marzabotto. Alla cerimonia erano presenti l’assessore Francesco Bragagni, la Segretaria Generale CGIL della provincia di Rimini, Francesca Lilli Parco con un nutrito gruppo di iscritti e simpatizzanti della CGIL e i famigliari di Anna Pizzagalli.
Intitolazione importante a cui si aggiunge anche la rotonda dedicata a Igino Righetti, rotatoria posta nell’intersezione tra via Oberdan e via XXIII Giugno. Un’altra dedica significativa, per la quale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha indirizzato al sindaco Jamil Sadegholvaad una lettera per ricordare l’impegno del giovane riminese, che fu presidente della Federazione degli Universitari Cattolici Italiani. Un altro momento celebrativo, svoltosi nel pomeriggio, in cui erano presenti l’assessore Francesco Bragagni, il vescovo mons. Nicola Anselmi, la presidente della Fondazione Igino Righetti Mirna Ambrogiani e il nipote di igino Roberto Righetti, oltre a tanti cittadini.
Anna Pizzagalli, fu Segretaria Generale della Filcams CGIL Rimini (sindacato dei lavoratori del commercio, turismo, servizi) dal 1960 al 1969. Attraverso la sua direzione il sindacato compì l’analisi del tessuto economico turistico riminese e delle distorsioni che in esso nascevano con l’industria del turismo di massa. In particolare, pose attenzione alla denuncia dello sfruttamento multiplo cui erano sottoposte le lavoratrici stagionali. In un convegno tenutosi il 4 marzo 1969 alla Sala dell’Arengo di Rimini (a cui parteciparono decine di lavoratrici), segnalò che vi era un preoccupante clima di tolleranza – anche nelle famiglie - rispetto a un sistema dove il guadagno “una tantum” delle donne tutto sommato si identificava come una semplice aggiunta all’economia domestica. Denunciando che oltre allo sfruttamento da parte delle imprese si aggiungeva una strisciante complicità di mariti e fratelli, in un sistema che non garantiva alle donne il completo riconoscimento del loro lavoro nell’economia familiare e territoriale.
Nel 1956 fu eletta consigliera del Comune di Cattolica e nominata Assessora supplente. Si trasferisce poi definitivamente a Rimini dall’aprile 1968 dove sposa Walter Ceccaroni (Sindaco di Rimini).
Il concittadino Igino Righetti, invece, ha dato il proprio ‘nome’ alla rotonda tra via Oberdan e via XXIII Giugno. Nato a Rimini nel 1904, Righetti si impegnò sin da giovanissimo nei gruppi dell’Azione Cattolica. A vent’anni divenne segretario e successivamente presidente della Giunta diocesana. Nonostante la generale cautela mostrata dal mondo cattolico verso il fascismo, Righetti espresse immediatamente una forte critica verso il movimento di Mussolini ed i suoi metodi di intimidazione e violenza.
Trasferitosi a Roma, entrò in contatto con gli ambienti del cattolicesimo democratico e partecipò alle attività del circolo romano della FUCI. Di questa organizzazione ne divenne presidente nel congresso di Bologna nel 1925. La sua nomina alla guida della Federazione degli universitari cattolici italiani portò in poco tempo alla riaffermazione di alcuni principi: insieme a Montini, il futuro Paolo VI, difese con vigore la collaborazione tra i rami maschile e femminile della FUCI, cercò di limitare i tentativi di controllo da parte delle associazioni dell’Azione Cattolica e, soprattutto, sollecitò gli universitari a formarsi, attraverso la ricerca spirituale e culturale, una coscienza matura in grado di affrontare le sfide della modernità.
Laureatosi in giurisprudenza con una tesi su “Il diritto naturale in S. Tommaso”, nel 1934 gli fu assegnata la cattedra di Diritto pubblico comparato all’Università di Roma e si sposò con Maria Faina, già consigliere nazionale delle Universitarie cattoliche.
Di seguito la lettera firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella indirizzata al sindaco Jamil Sadegholvaad:
Igino Righetti è stato una figura determinante del movimento cattolico del Novecento, per la costruzione di una coscienza civica e culturale in grado di contrastare la violenza e i metodi oppressivi del regime fascista.
Nel giorno in cui la Città di Rimini rende omaggio alla sua testimonianza, con la cerimonia di intitolazione di una rotonda, mi è grato rivolgere un saluto a tutti i presenti, a Lei Sindaco e all'Amministrazione Comunale, esprimendo apprezzamento per questa iniziativa che intende mantenere viva la memoria del lascito morale e civile di Igino Righetti che "Non ha potuto vedere l'alba della Repubblica, eppure seppe contribuire alle sue radici”.
Nella sua opera di docente universitario, di Presidente della FUCI, nell'impegno per il Movimento Laureati Cattolici, Righetti è stato promotore di solidarietà, inclusione e partecipazione, principi che sono tuttora a fondamento delle democrazie, dello Stato di diritto e del pluralismo, all'insegna de rispetto della dignità umana e dell'eguaglianza, elementi alla base dei diritti e delle libertà sanciti dalla Costituzione.
“Le parole del Presidente della Repubblica - precisano il sindaco Jamil Sadegholvaad e l’assessore alla Toponomastica Francesco Bragagni - confermano la scelta importante di questa Amministrazione, finalizzata a omaggiare il giovane riminese Igino Righetti, morto nel marzo 1939 a soli trentacinque anni, che lasciò un’eredità notevole tra i cattolici che si preparavano ad assumere ruoli di primo piano nell’Italia uscita dal ventennio fascista. A questa intitolazione ne abbiamo aggiunta un’altra di enorme spessore, cioè quella, per l’area verde in via Francesco Baracca, dedicata alla straordinaria figura di Anna Pizzagalli. Entrambi infatti hanno lasciato un segno indelebile nell’evoluzione della storia del nostro territorio e del Paese.”