La mostra di Mario Flores dal titolo “Latografia©. Nel profondo oltre la fotografia” inaugura sabato 17 febbraio dalle 17.30 negli spazi di Galleria Zamagni a Rimini.
Mario Flores si affaccia al mercato contemporaneo italiano con una personale che fa parte di un progetto di sedici opere inedite mai esposte. Sono i luoghi dell'arte nel mondo, una sorta di viaggio nel viaggio in ambienti di grande fascino.
Un viaggio inedito per entrare "Nel profondo oltre la fotografia" con una nuova tecnica definita dal critico Valerio Dehò "Latografia".
Mario Flores lavora sui punti di vista, su quanti elementi cogliamo in uno sguardo immediato e quanti al contrario non ne riusciamo a cogliere o perdiamo. Assistiamo a uno spazio molteplice, a più dimensioni. Viviamo una realtà vera e visionaria nello stesso tempo.
L’autore ha realizzato gli scatti originali viaggiando lui stesso come spettatore nei vari musei internazionali. Non solo ha saputo cogliere l’attimo perfetto per un’immagine che abbia un significato, ma è andato oltre la superficie dell’immagine. In alcuni casi si sono articolati incastri prospettici multipli. In altre opere diventa straordinario quello che invece è semplice e quotidiano per molti. È qui che si marca la differenza tra il saper dare valore anche a quello che tutti guardano e scartano per superficialità. Guardare è un’arte.
“Portare la fotografia digitale alle origini della fotografia fotografica e inventare una tecnica che ampli la profondità dell’immagine in una dimensione tridimensionale che ha anche la possibilità di andare oltre forse in una ennedimensionalità da scoprire. Mario Flores ha inventato un modo assolutamente originale per costruire la sua idea di fotografia: uscire dai limiti del quadro/inquadratura per dare immagine all’essenzialità dello spazio. Operazione tutt’altro che semplice ma che l’artista ha saputo, dopo una lunga ricerca, portare a dei risultati di eccellenza tecnica oltre che di maturità linguistica. Se tecnicamente il lavoro procede partendo da uno scatto, semplice, il classico attimo perfetto della fotografia dei Bresson e della genia dei Magnum, successivamente i piani delle diverse componenti dell’immagine vengono separati in altrettanti file”. Scrive in catalogo Valerio Dehò curatore della mostra.
LA TECNICA ESCLUSIVA DELLA LATOGRAFIA
“Questo progetto fotografico nasce dall’idea di ritrovare la profondità delle immagini scattate durante i viaggi in Italia e nel mondo. Il risultato è frutto di una lunga sperimentazione che ha attraversato varie fasi di sviluppo. La procedura richiede un importante lavoro di post-produzione grafica. È necessario scontornare la prima parte della scena estraendola e ricostruendo successivamente tutto ciò che è mancante sullo sfondo. Ogni immagine ha bisogno di una diversa distanza tra le due stampe. Le cornici sono da considerarsi parte integrante dell’opera. Questa tecnica esclusiva viene definita Latografia”. Mario Flores
“Il risultato di questo concetto e della tecnica relativa consiste proprio nel far vedere lo spazio in una nuova prospettiva, ci troviamo davanti un mondo nuovo da esplorare. Nuovo però anche familiare per quelle esperienze sono alla portata di tutti, sentiamo in qualche modo di averle vissute. La serie in particolare dedicata ai musei mostra spazi sorprendenti per l’originalità del punto di vista perché il pubblico può addentrarsi in un angolo dell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, del Mart di Rovereto o del Moma di New York come se si trovasse in una posizione unica e irripetibile, con un approccio silenzioso di scoperta”. Valerio Dehò.