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Economia 16:07 | 02/02/2023 - Romagna

Dati Confindustria: tiene il tessuto produttivo nel 2022, atteso l'aumento della produzione

Sono positivi gli indicatori 2022 per l’industria romagnola, che ora si prepara ad affrontare il 2023 con una prospettiva di crescita e investendo in sostenibilità energetica e autoproduzione, soprattutto da fotovoltaico.

È quanto emerge dall’indagine congiunturale sul II semestre 2022 e le previsioni sul I semestre 2023, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Romagna tra le proprie associate della manifattura e dei servizi nel mese di gennaio, con un focus sugli investimenti. Nella survey non rientra il comparto delle costruzioni.

“Nonostante scenari imprevedibili e altalenanti, dalla crisi energetica al costo delle materie prime ancora in aumento, fino ai tassi in rialzo, le nostre imprese stanno facendo meglio delle aspettative – afferma il presidente Roberto Bozzi – C’è molta attenzione e un cauto ottimismo: il tessuto produttivo sta reagendo positivamente alle instabilità e ci attendiamo una prima parte dell’anno in tenuta, per poi tornare in terreno positivo nella seconda parte del 2023”.

I DATI SUL II SEMESTRE 2022

I principali indici economici sono prevalentemente positivi: produzione +6,4%, fatturato totale +18%, fatturato interno +28,1%, fatturato estero +8,2%, occupazione +5,4.

Il 42,4% delle imprese ha segnalato un aumento degli ordini totali, mentre il 40,9% una stazionarietà e il 16,7% una diminuzione. Per quanto riguarda gli ordini esteri, il 52,3% delle imprese li ha avuti stazionari, il 21,2% li ha visti diminuire e il 26,5% in aumento.

Il dato relativo alle giacenze mostra una stazionarietà per il 65,2% del campione, un aumento per il 26,5% e una diminuzione per l’8,3%. Nonostante gli aumenti già registrati nel 2021, il costo delle materie prime ha visto il dato nuovamente in aumento per il 78%, stazionario per il 20,5%, in diminuzione per l’1,5%.

FOCUS INVESTIMENTI

Nel 2022 si conferma positiva sia la percentuale degli investimenti sul fatturato (5,6%), sia la variazione percentuale delle spese per investimenti rispetto al 2021 (+15,2%). Quelli più ricorrenti sono stati nel 2022 in formazione (49,2%), ICT (53,8%), linee di produzione (40,9%), ricerca e sviluppo (38,6%), e tutela ambientale (19,7%). (è ammessa pluralità di risposte, ndr)

Anche per il 2023, formazione, linee di produzione e ICT risultano essere gli ambiti di investimento prioritari.

Tra i fattori critici e ostacoli alla realizzazione di investimenti, le difficoltà amministrative e burocratiche sono le più importanti (27,3%), seguono difficoltà a reperire risorse finanziarie (25%) e difficoltà a reperire risorse umane (24,2%).

Per quanto riguarda le previsioni di investimento relativamente al risparmio energetico per il 2023, il 55,3% delle aziende intende migliorare la sostenibilità della propria attività: il 20,5% prevede di effettuarli nell’efficientamento energetico degli impianti ed il 31,1% in autoproduzione di energia elettrica. La fonte rinnovabile su cui le aziende intendono investire maggiormente è il fotovoltaico (71,3%).

PREVISIONI I SEMESTRE 2023

Per il primo semestre 2023 le previsioni, viste le incertezze dovute alla situazione bellica russo-ucraina, rimangono stazionarie per ordini (ordini totali 63,6%, ordini esteri 50%) e occupazione (67,4%) per la maggior parte delle imprese, più ottimistiche invece le aspettative sulla produzione, prevista in aumento dal 75,8% del campione.

Nel dettaglio, l’andamento della produzione viene previsto in aumento da un 75,8% delle imprese, stazionario da un 22% e il 2,2% degli imprenditori prevede una diminuzione.

Per quanto riguarda le previsioni sugli ordini: il 63,6% delle aziende prevede una stazionarietà, il 28,8% un aumento ed il 7,6% una diminuzione. Con riferimento agli ordini esteri: per il 50% saranno stazionari, per il 38,6% in aumento e per l’11,4% in diminuzione.

Per quel che riguarda le giacenze, il 62,9% delle imprese le prevede stazionarie, il 34,1% in aumento ed il 3% in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 67,4% del campione, in crescita per il 21,2% ed in calo per l’11,4%.

I dati di previsione di utilizzo della cassa integrazione mostrano continui segnali di miglioramento (il 76,3% non intende attivarla nel primo semestre del 2023), mentre le difficoltà di reperimento del personale rimangono elevate e molto elevate per il 43,1% delle imprese.