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Opinioni 14:12 | 20/11/2019 - Dall'Italia

I tombaroli, gli “Achei” e la “Guerra di Crotone”

Danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali, ricettazione ed esportazione illecita sono i reati d’accusa contro un’associazione a delinquere che trafugava oggetti nei parchi archeologici di Calabria. E’ l’epilogo dell’operazione condotta dal gruppo Tutela Patrimonio Culturale, chiamata “operazione Achei”. Gli Achei furono la prima popolazione ellenica che intorno al 1450 a.C., attraverso delle spedizioni militari, riuscì ad abbattere la civiltà minoica a Creta. La spedizione militare degli “Achei” contemporanei non ha abbattuto definitivamente la “civiltà minoico tombarola” di Calabria, ma ha sicuramente destabilizzato il palazzo: 23 gli arresti, 104 gli indagati, 80 le perquisizioni. Non c’erano minotauri, nessuno spazio per l’ignoto, il labirinto veniva percorso grazie ad una strada perfettamente tracciata: richiesta del bene, ricerca e consegna. La presenza di “terre vergini” e facilmente colonizzabili ha fatto così sorgere un fiorente impero sul Mediterraneo con capitale Crotone; un
regno che controllava una rete commerciale che raggiungeva tutta l’Italia, la Serbia, Francia e Germania. Se i cretesi esercitavano una vera e propria “talassocrazia” (dominio sul mare) sull’Egeo, i crotonesi coinvolti nell’indagine esercitavano una vera e propria “archeocrazia”, esercitando un potere criminale basato su un linguaggio semplice. Anche i minoici utilizzavano un modello di comunicazione elementare. Gli elementi noti sono troppo scarni per permettere una decifrazione dei codici della Lineare A (l’antico sistema di
scrittura), ma dalle poche parole riconoscibili si evince un linguaggio spiccio e di terra: “ka-u-de-ta”, ad esempio, era l’ideogramma di “vino” (Tavoletta 13, Agia Triada). “Asparagi”, “caciocavallo”, “sopressate” sono invece i codici crotonesi che andavano a sostituire “monile”, “specchietto bronzeo”, “vaso fittile”. Insomma, un linguaggio spiccio e di terra attribuito al tesoro archeologico per camuffare l’illecito, ma che non è riuscito a far camuffare i crotonesi dinanzi agli Achei. E’ guerra all’ “archeocrazia”, la Guerra di
Crotone.

Stefania Bozzo