Gli italiani stanno connessi tanto ma il punto è come, per fare cosa. Con quale consapevolezza. Compiamo una gamma di attività online ristretta rispetto agli utenti di altri Paesi più avanzati. Utilizziamo lo smartphone e i social per compiere azioni che servono alle nostre relazioni personali ma non a risolvere problemi importanti. Servizi sanitari, bancari e relativi agli acquisti o ai problemi amministrativi li utilizziamo molto meno. Siamo capaci quasi tutti di andare su Facebook, ma non di prenotare una visita medica online che è molto più importante. A preoccupare sono soprattutto i giovani che stanno online molto tempo ma con poca consapevolezza. Sono in chat, giocano ma non hanno un’educazione ai media che sia indirizzata verso azioni utili come avviene anche in altri Paesi quali il Regno Unito e l’Australia. Così anche in Italia si è tenuto per un anno in 18 istituti superiori un corso di formazione per utilizzare in maniera consapevole i nuovi media. La ricaduta è stata positiva e gli studenti hanno aumentato le loro competenze, diminuito la dipendenza dallo smartphone e ne hanno guadagnato in benessere psichico e nel rapporto con i genitori.
dott. Alessandro Bovicelli