Secondo la Corte d'Appello di Torino c’è un nesso tra l’uso scorretto del cellulare e l’insorgenza di alcune tipologie di tumore. Nello specifico nel 2017 il tribunale di Ivrea aveva condannato l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale a un uomo di 57 anni, dipendente di una grande azienda, a cui era stato diagnosticato un tumore del nervo acustico dopo che per 15 anni aveva usato il cellulare per più di tre ore al giorno. In pratica il giudice del lavoro aveva riconosciuto un nesso tra l’uso del telefonino e il cancro. E oggi la corte d’Appello pronunciandosi su quella decisione gli ha dato ragione. In effetti da anni diversi studi scientifici si sono interrogati sull’effetto del cellulare sulla nostra salute con altrettanti risultati contraddittori. A mettere un punto sulla questione almeno per ora è l’Istituto Superiore di Sanità che con un recente rapporto scagiona i telefonini. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte durante le chiamate vocali. L’utilizzo prolungato del cellulare per oltre dieci anni, spiegano gli esperti, non fa incrementare il rischio di neoplasie maligne (gliomi) o benigne ( meningiomi, neurinomi acustici , tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari). I dati attuali non consentono però valutazioni sui tumori intracranici a più lenta crescita e sugli effetti dell’uso prolungato del telefonino sin dall’infanzia.
dott. Alessandro Bovicelli