L’unico commentatore politico degno di nota a Rimini è Maximus Attilius Lugaresi. Per me è come la Pravda di leniniana memoria (Pravda in russo Verità), o come l’Unità di Antonio Gramsci. D’altra parte la scuola è quella e non il Liceo Scientifico che ha frequentato il nostro ragazzo che succhiava la vita da fiore in fiore. Me lo ricordo bene quando lo incontravo sul campo spelacchiato con i tacchetti bullonati, lui nel Viserba Football Club e io nel Rural Coriano. Viserba ha sempre avuto, oltre le ville Liberty, politici di spessore e bellocci da esportazione. Insomma, un mix niente male protagonista indiscusso della politica, e non solo, della città felliniana. A dire la verità anche Nando Piccari scrive bene, ma è monotono: sempre quell’ironia a senso unico, senza la capacità di prendere per i fondelli anche gli amigaz e il Partito. E’ vero, noi a sud della capitale siamo meno strutturati, più marchignoli, oserei dire bastardoni, ma come diceva mia mamma: “Un’è bell ma l’è simpatich”. Morale della favola: Maximus ne capisce di politica e se ha puntato tutto su Lucio Paesani (famiglia con radici rurali da Montescudolo) e ne è rimasto folgorato come San Paolo sulla via di Damasco, vuol dire che dall’alto della sua età, e della sua esperienza, ha visto bene.
Rurali sempre
Enrico Santini