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“Per contrastare l’inflazione e arrivare all’obiettivo di inflazione al 2% la BCE è intenzionata a alzare nuovamente i tassi di interesse di 50 punti base. Da luglio 2022 a febbraio 2023 l’aumento è già di 300 punti base. I mercati scommettono su un picco al 4%. L’inflazione è certamente un grande problema che erode i risparmi e la capacità di acquisto delle famiglie ma l’aumento così rapido dei tassi di interesse può avere effetti drammatici per imprese e per le famiglie che hanno stipulato mutui e finanziamenti”. Così in una nota il senatore Marco Croatti, capogruppo M5S in commissione Finanze del Senato.
“In questo senso, in attesa che nel medio periodo si raggiungano gli obiettivi della lotta all’inflazione e i tassi tornino a scendere, le banche devono rinegoziare i mutui e il governo agire per sostenere chi in questa fase si trova in difficoltà.
È una fase molto delicata ed è necessario che la BCE valuti con cautela e prudenza i prossimi passi. L’aumento dei tassi sta generando impulsi recessivi con una sensibile diminuzione degli investimenti che produrranno ripercussioni sul mondo del lavoro”. Prosegue Croatti.
“Siamo molto preoccupati perché in questo difficile quadro il Paese deve fare i conti anche con le scelte scellerate del governo Meloni che acuiranno gli effetti delle politiche monetarie della BCE. Dalla cancellazione del reddito di cittadinanza, che in questi tre anni è stato fondamentale per tante famiglie in difficoltà, allo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura che rischiano di mettere in ginocchio il settore edile, compromettendo al tempo stesso la corsa alla transizione energetica del Paese e la possibilità per le nostre imprese di investire in innovazione e sostenibilità per rimanere competitive”. Conclude Croatti.
