Circa 120 mila persone in Italia sono sieropositive ma ben 18.000, soprattutto tra i giovani, non sanno di aver contratto l’Hiv. Numeri che rischiano di aumentare nel momento in cui l’attenzione è tutta concentrata sul Covid 19 rendendo difficile l’offerta del test per la diagnosi di sieropositività e la conseguente assistenza sanitaria delle persone sieropositive. Spesso l’infezione, inizialmente silente, viene diagnosticata in media con un ritardo di 4-5 anni. Fortunatamente farmaci eccezionali per l’Hiv ci permettono ormai di controllare la malattia e di dare a questi pazienti una vita normale. In particolare la qualità di vita è migliorata tanto. Chi è curato infatti con gli antiretrovirali non trasmette l'Hiv. Ancora oggi però bisogna fare i conti con la discriminazione di cui a volte i pazienti sono vittime che contribuisce a limitare l’emersione dei casi così come bisogna pensare alla cronicizzazione della malattia che pone molte problematiche rispetto all’assistenza sanitaria dei pazienti che invecchiano.
dott. Alessandro Bovicelli