E’ stata presentata in un incontro con la stampa la postazione dell’auto medica a Rimini Terme (operativa dal 16 settembre) con cui dall’Ausl della Romagna è stata data piena attuazione al piano approvato dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria sulla riorganizzazione delle postazioni delle auto mediche. Erano presenti per Ausl Romagna il Direttore Generale Tiziano Carradori, la Direttrice Sanitaria Francesca Bravi, Mirco Tamagnini, Direttore dei Distretti di Rimini e di Riccione, Maurizio Menarini, Direttore UOC Centrale Operativa 118 ed Emergenza Territoriale Romagna, Riccardo Franchini, coordinatore infermieristico 118, ed Enrico Sabatini, Direttore attività tecniche Rimini, insieme con Daniela Angelini, sindaca di Riccione e presidente del Comitato di Distretto di Riccione, Michela Bertuccioli, sindaca di San Giovanni in Marignano e vice presidente del Comitato di Distretto di Riccione, Kristian Gianfreda, assessore alla sanità del Comune di Rimini e presidente del Comitato di Distretto di Rimini, Franca Foronchi, sindaca di Cattolica, Maria Elena Malpassi, vice sindaca di Misano con delega permanente al tavolo del Distretto socio-sanitario, unitamente a Ivan Gambaccini e Massimo Ricci, rispettivamente Amministratore Unico e Direttore di Rimini Terme.
Ecco una sintesi degli interventi.
Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna: “Una volta avuta la disponibilità di questa sede abbiamo completato il piano di riordino dei mezzi di soccorso avanzato sul territorio della provincia di Rimini. Piuttosto che il posizionamento fisso dei mezzi quel che ci preme è come rispettiamo i tempi di intervento sull’intero territorio, nel senso che non è tanto la sede quanto la capacità di rispondere adeguatamente e tempestivamente alle chiamate. Peraltro i mezzi di soccorso avanzato, sui quali lavora solo personale dipendente adeguatamente, professionisti formati ad hoc, una scelta che risale a fine anni Novanta quando ero direttore generale a Rimini, non sono che una delle risposte alle emergenze, da qui a poco attiveremo infatti un piano di potenziamento dei defibrillatori semi-automatici sul territorio, elementi di particolare rilevanza quando si tratta di salvare una vita. Proprio in relazione ai tempi di intervento il Report Agenas, pubblicato la settimana scorsa, evidenzia come siamo tra le aziende sanitarie più performanti: abbiamo un mezzo di soccorso avanzato (automediche e ambulanze) ogni 22-23 mila abitanti rispetto ad uno ogni 60mila previsto dal livello ministeriale, quindi una dotazione molto più elevata degli standard, anche in relazione delle caratteristiche oro-geografiche del territorio, che va dal mare fino alla collina, e delle grandi variabilità che abbiamo nelle persone presenti sul territorio nelle varie stagioni. Dopo aver ultimato la riorganizzazione delle sedi continueremo nel monitoraggio e, se vedremo che quelli che sono eccellenti tempi medi di risposta dovessero avere dei problemi, non ci tireremo indietro, come sempre, perché l’obiettivo è fare tutto il possibile per migliorare le condizioni di sicurezza della nostra popolazione, anche perché in sanità non c’è mai nulla che non possa essere implementato e perfezionato”.
Maurizio Menarini, Direttore UOC Centrale Operativa 118 ed Emergenza Territoriale Romagna: “Il sistema di soccorso pre-ospedaliero Romagna assicura tempi di intervento ottimali, inferiori agli standard nazionali e l'arrivo in tutti i casi di personale sanitario che opera sulla base delle linee-guida e con competenze idonee a mettere in atto i trattamenti di emergenza. Per quel che riguarda il primo mezzo di soccorso che interviene, lo standard che il Ministero valuta per il livello essenziale di assistenza, in più del 75% dei casi siamo infatti a 15 minuti dalla prima chiamata all’arrivo sul posto contro i 18 richiesti dagli standard ministeriali. Ancor più nel dettaglio nel 90% dei casi siamo a 18 minuti, il che significa che abbiamo una flotta di mezzi e una sua distribuzione sufficiente per garantire questo livello. Il punto di forza del sistema è rappresentato dalla possibilità che gli infermieri hanno di operare con specifici protocolli di intervento e di mettere in atto le procedure e le tecniche di emergenza. In più le automediche consentono di "medicalizzare" gli interventi di maggiore criticità, che rappresentano una percentuale non superiore al 3% di tutti i casi gestiti dai servizi di soccorso 118. Anche se non richiesto, in questa rimodulazione dei mezzi siamo andati a verificare anche i tempi di medicalizzazione, un parametro significativo per noi perché quando al primo mezzo di soccorso che dà una risposta si aggiunge quello a gestione medica si completa il team fornendo una risposta complessiva. E da questo punto di vista, in attesa dei report complessivi di fine anno, sulla zona sud stiamo migliorando anche i tempi di medicalizzazione grazie a questa postazione di partenza per gli equipaggi. I dati di attività dimostrano infatti che anche dopo la rimodulazione del numero delle automediche non si sono registrate variazioni degli esiti clinici dei pazienti. Una gestione dinamica delle automediche così come la revisione delle postazioni di partenza delle stesse consentono l'utilizzo ottimale di questi mezzi. Ad esempio dal mese di novembre abbiamo reso più dinamico il sistema di allertamento, ovvero in alcune situazioni che non richiedono subito una medicalizzazione è stata inserita un’indicazione operativa per cui l’automedica si avvicina al luogo dell’intervento in modo da ridurre poi il tempo dell’arrivo a destinazione se gli operatori del primo mezzo dovessero avere bisogno. Inoltre abbiamo dati buoni anche sulla sopravvivenza da arresto cardiaco, ora aumenteremo il numero di defibrillatori e lanceremo anche una campagna di diffusione della cultura del primo soccorso anche da parte dei cosiddetti laici. Questo insieme di elementi ci fa dire che abbiamo in Romagna uno dei sistemi di soccorso più avanzati d’Italia, certificato dal Report Agenas, non per merito mio ma di chi ha costruito questo sistema”.