Come ogni anno, dal 2005, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, promuove, per il 5 maggio, la Giornata Mondiale dell’igiene delle mani per ricordare l'importanza di questo gesto semplice, ma essenziale, nella prevenzione delle infezioni.
“L'igiene delle mani - spiega il dottor Carlo Biagetti, Responsabile Struttura di Programma Aziendale Rischio Infettivo e Buon uso degli Antibiotici di Ausl Romagna - per quanto riguarda la prevenzione del rischio infettivo rappresenta la misura più semplice ed efficace nel contrasto alla diffusione di microrganismi e alle infezioni correlate all'assistenza. Ad oggi, in Ausl Romagna, l'accesso all'igiene delle mani, nelle sue possibili modalità, è consentito a tutti, professionisti, operatori, personale di supporto, nonché visitatori e caregiver, che a vario titolo e in diverse modalità entrano in contatto con il paziente, e questo rappresenta un elemento fondamentale e imprescindibile come ribadito sin dal 2005 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle sue campagne di promozione dell'adesione alle pratiche di igiene delle mani, e dalle più recenti linee guida”.
“L’Ausl Romagna monitora costantemente l'adesione all'igiene delle mani durante la pratica clinico-assistenziale - prosegue il dottor Biagetti -, attività che manifesta e documenta il grande impegno di ciascun operatore sanitario verso un miglioramento continuo della qualità e della sicurezza delle nostre cure. L’impegno che chiediamo non solo agli operatori sanitari, ma anche a cittadini, caregiver, utenti e visitatori nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie (ognuno per la sua parte), è di mantenere alta l’attenzione alla buona adesione all’igiene delle mani e all’uso della mascherina chirurgica, come indicato negli avvisi dell’Ausl, per contenere la diffusione di germi trasmessi attraverso le mani ed anche attraverso la via respiratoria. Dal momento della dichiarata fine della pandemia da Sars-Cov2 assistiamo, infatti, ad un calo di attenzione verso queste fondamentali misure preventive, che espongono gli individui più fragili al rischio di contrarre infezioni - non solo Covid – potenzialmente gravi”.