I carboidrati in generale vengono spesso messi all’indice nelle diete ma la stessa attenzione non meriterebbe la pasta che ha un basso indice glicemico a differenza dei carboidrati “raffinati” che vengono subito assorbiti nel flusso sanguigno. Nello studio pubblicato su una rivista internazionale di cui è prima autrice una ricercatrice italiana è stata effettuata una meta -analisi su 30 ricerche comprendenti 2.500 persone e si è concluso che la pasta, a differenza degli altri carboidrati, non ha contribuito all’aumento di peso o del grasso corporeo. Quindi la pasta può diventare a tutti gli effetti parte integrante di un’alimentazione sana. Pasta sì ma se cotta nella maniera giusta. E’ importante che la pasta sia cotta al dente perché se scotta aumenta l’indice glicemico e favorisce l’ingrassamento. Le dosi raccomandabili sono 80 grammi per l’uomo e 70 grammi per le donne.
dott. Alessandro Bovicelli