L’Assessore comunale alle Politiche per la Salute, Gianfreda: “In attesa della fine dei cantiere, è già in moto una rete per la promozione di una nuova idea di sanità a vocazione territoriale”. Si è conclusa in questi giorni la prima fase di partecipazione e confronto sulle nuove case di comunità, una ‘call to action’ organizzata dall’Ausl della Romagna in sinergia con il Comune di Rimini in cui hanno preso parte più di 250 persone. Una serie di incontri che hanno portato alla redazione e realizzazione di un primo documento della Casa di Comunità che si svilupperà in prossimità dell’ospedale Infermi, zona via Settembrini, e attorno alla quale sono stati individuati alcuni aspetti riguardanti la tipologia della pianta, le sezioni interne e il programma funzionale. Un primo step che ha visto il coinvolgimento delle parti sociali e professionali del territorio a cui farà seguito anche una campagna informativa per sensibilizzare la cittadinanza sul lavoro in merito al potenziamento della nuova medicina territoriale, che vede al centro una capillarizzazione di una rete diffusa di servizi e professionalità per la tutela e la prevenzione della salute. “Si tratta di un ingaggio proattivo che promuove un processo di empowerment della nostra comunità, in termini di assistenza socio sanitaria e prevenzione della salute - è il commento di Kristian Gianfreda, Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini -. La Casa della Comunità non è un punto di arrivo ma di partenza per l’elaborazione della strategia di cure del nostro territorio. Un investimento che è indicativo di una nuova visione e modo di promuovere la salute su cui come amministrazione comunale abbiamo deciso di focalizzare le nostre energie e il nostro futuro grazie a un lavoro di squadra coordinato dal Direttore delle attività socio sanitarie dell’Ausl Romagna, Mirco Tamagnini. Il 2023 è l'anno in cui vengono posate le pietre per la realizzazione fattiva di questi nuovi centri, e in cui, in attesa del termine dei cantieri, mettiamo già a punto delle attività e dei progetti che troveranno il loro spazio ideale nelle Case della Salute. Stiamo creando infatti delle microaree territoriali di sperimentazione con la messa in moto di un ampio nucleo operativo che va dall’Infermiere di Quartiere a un protagonismo sempre maggiore dei Centri anziani, dei Centri sportivi e di tutti quei luoghi o quelle realtà che, in base ai propri strumenti e alle proprie competenze, possano contribuire a favorire il benessere psicofisico dei cittadini e farli sentire meno soli. L’obiettivo, infatti, è quello di valorizzare e dare centralità a tutto ciò che può svolgere un ruolo preventivo nell’insorgere delle malattie, con particolare riguardo a quelle croniche”.
Un salto di qualità dell'assistenza che ha le seguenti caratteristiche:
centrata sul paziente e per questo integrata, intersettoriale, interprofessionale e partecipativa;
centrata sulla salute attraverso azioni di promozione e prevenzione;
centrata e legata al territorio e vincolata alla popolazione che la abita;
accoglie i pazienti ed i cittadini, ascolta i bisogni e li qualifica, in modo da orientare e facilitare l'organizzazione di percorsi integrati;
“Questo salto di qualità necessita di sperimentazioni, formazione ed esperienze concrete che costituiscano le competenze e il patrimonio di relazioni funzionali al passaggio dalla cornice della malattia alla cornice della salute - prosegue l’Assessore Gianfreda -. per questo è possibile cominciare a sperimentare dei "territori di comunità", come palestre comunitarie quale passo intermedio ma concreto in attesa della costruzione dei muri delle Case di Comunità. Un “movimento” già attivo, che segna un cambio radicale della sanità, imperniato sull’idea di prevenzione, promozione di stili di vita sani e presenza sul territorio. Voglio ringraziare per questo l’Azienda Usl e il suo Direttore generale Tiziano Carradori per credere in questo territorio e in questo ambizioso cambio di prospettiva”.