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Sport 16:01 | 16/03/2019 - Santarcangelo

Una serata dedicata alla cultura dello sport

Diamoci una mossa – Riflessioni sullo Sport come strumento di coesione e crescita” è il titolo di un incontro che si è tenuto venerdì 15 marzo alle ore 21 al Teatro Supercinema di Santarcangelo, organizzato dal Gruppo tematico Sport di “Cantiere Città”.

“E’ cambiato il mondo dello Sport e a noi vengono a mancare i corretti occhiali per osservarlo, analizzarlo e valutarlo. Ci chiediamo se le finalità educative, preventive, sociali, di educazione al rispetto delle regole e al rispetto degli altri siano ancora presenti. Il formare cittadini ancora prima che atleti, ha ancora importanza?” Questa era la domanda dalle quale partiva la serata nella quale sono intervenuti come relatori Roberto Farnè, professore ordinario all’Università di Bologna e docente di "Pedagogia del gioco e dello sport"; Andrea Rossi, ex Sottosegretario regionale alle Politiche sportive e oggi Deputato componente della VII Commissione (Cultura e Istruzione) e Giulio Ciotti, pluricampione italiano di salto in alto, oggi allenatore di atletica leggera.

Dopo il saluto della sindaca Alice Parma: “Il tema è molto importante, anche per la mia città perché parlare di sport a Santarcangelo significa parlare a 4000 persone di un mondo ricco e variegato” – ha detto – ad aprire il convegno è stato il professor Farnè: “Per me gioco e sport sono dimensioni che devono viaggiare insieme. A maggior ragione se consideriamo che oggi oltre il 60% dei bambini fra i 4 e i 14 anni fa sport e che lo sport è la terza agenzia educativa per importanza dopo scuola e famiglia. Però, vorrei che noi non considerassimo sport tutto quanto fa movimento. Lo sport è attività organizzata attraverso regole e competizioni. Altro sono attività motorie come il fitness, il wellness, ecc. Questi afferiscono al mondo delle palestre. L'elemento comune fra sport e wellness è che negli ultimi 30 anni è aumentata la cultura del corpo e del benessere”.

“Ma perché lo sport occupa uno spazio importante? perché è cultura. La cultura occidentale ha la sue origini nell'antica Grecia dove è nato il concetto di atletismo assieme alla filosofia e alla democrazia. come si fa a non capire che l'arte classica è piena di sculture di atleti? Eppure noi, oggi, viviamo nella incultura dello sport. Servirebbe una politica culturale che in Italia non c'è. Infatti, non abbiamo un ministero allo sport. Altro punto dolente: la scuola italiana che non ama lo sport. Invece in Europa l’alfabetizzazione sportiva di base la fa la scuola. Non le società sportive che a turno vanno nelle classi. Alfabetizzazione vuol dire dare la possibilità ai bambini di provare tanti sport diversi. C’è bisogno di educare i bambini a una “sana” competizione, e questo con lo sport lo puoi fare. Perché il concetto di competizione prevede la comune partecipazione alla sfida sportiva, nella quale ognuno dà il meglio di sé seguendo le regole. E’ questo l’insegnamento dello sport che poi il bambino porta da grande nella società”.

Andrea Rossi ha sottolineato come: “Lo sport sia una infrastruttura sociale straordinaria perché ci sono realtà, le società sportive, che fanno vivere in sicurezza spazi della cosa pubblica con il volontariato, altro elemento di grande valore culturale. Sul tema scuola ho presentato alla Camera una proposta di legge che delega al governo di provvedere all’insegnamento di educazione motoria nelle scuole primarie. L’obiettivo finale è che nella scuola sia consentito al bambino di muovere i primi passi nello sport a seconda delle sue volontà e curiosità, senza delegare l’attività motoria alle singole società sportive. Cambiando tema: oggi il governo propone di trasformare il Coni in un ente che, come all'estero, si occupi dello sport d’elite e vuole delegare una Spa per lo sport di base. Questo significa che la politica vuole impadronirsi dello sport e, infatti, continua a mancare un ministero dello sport che fungerebbe da garante d’imparzialità. In questo clima, quello che possono fare le realtà amministrative territoriali è sostenere le società che lavorano sul territorio. Va ricordato che l'Emilia Romagna, in questi ultimi anni, è passata da un contributo alle società sportive di 300.000 euro a uno di 2,5 milioni”.

Giulio Ciotti ha parlato della sua esperienza sul campo in qualità di allenatore. “Fin dalle prime esperienze come coach nella società delle Fiamme Azzurre con i ragazzini dai 6 ai 16 anni, ho capito che i migliori maestri sono quelli che ti dicono dove guardare e non cosa vedere. – ha detto. - Oggi, come allenatore federale, alleno ragazzi che sono già atleti “finiti”. Posso dire che in loro si nota la mancanza di multidisciplinarietà che la mia generazione ha avuto modo di praticare. Non ritengo che le colpe di questo siano solo della scuola o delle infrastrutture. Credo invece che manchi la dovuta attenzione: è sbagliato lasciare nelle mani di chiunque la possibilità di educare i bambini. La “tuttologia” fa danni. Bisogna, invece, mettere i migliori, i più preparati nei posti più “sensibili” e delicati”.

Nella foto, da sx: Andrea Rossi, Roberto Farnè e Giulio Ciotti.