Non importa se con indosso la maglia della Juve o dell’Inter. Non ci sono bandiere quando si parla di simboli. Pietro Anastasi non era un campione nel calcio, la sua professione, ma era un gran bel giocatore. Centravanti come quelli di una volta, tutto cuore e grinta, dotato di una carica impressionante. Per noi sessantenni il ricordo non passa mai quando se ne vanno calciatore come lui. “Pietruzzu” aveva 71 anni, nella sua carriera anche un titolo europeo con la Nazionale. Bomber di lusso fin dagli esordi, consacrato soprattutto in bianconero, segnò in serie A oltre 100 reti.
Nacque nella zona industriale di Catania nei primi anni del secondo dopoguerra, da una modesta famiglia operaia. Sin dalla giovane età si appassionò al calcio, tanto da marinare varie volte la scuola per andare a giocare a pallone in strada. Durante la militanza nel Varese conobbe la sua futura moglie, Anna, che in seguito gli darà due figli; dopo il ritiro dall'attività agonistica, si stabilì definitivamente nella città varesina per il resto della vita. Da quasi due anni era sofferente a causa di un tumore che piano piano lo ha sconfitto, lui che era sempre l’ultimo ad arrendersi.
Ciao “Pietruzzu”, sfogliamo gli album Panini dei tuoi anni per celebrarti e per ricordarti.