Andrea Gnassi: “Fiero di aver difeso la Costituzione. Non ho partecipato a risse, ho segnalato al presidente Fontana che si evocava in aula, la Decima Mas chiedendogli ripetutamente e non proprio sottovoce di intervenire: non è accettabile che alcuni metodi, che pensavamo esserci lasciati alle spalle, ritornino con tanta violenza nelle sedi democratiche”.
“Non ho preso parte ad alcuna rissa e da quando sono entrato in Parlamento non ho mai partecipato a forme ‘colorate’ di protesta, ho sempre mantenuto un certo distacco da queste cose, ma c’è un limite. Evocare in aula la Decima Mas non è accettabile e quando lo hanno fatto mi sono avvicinato al presidente Fontana dicendogli ripetutamente (e non proprio sottovoce, lo ammetto) "Adesso intervieni! Difendi la Repubblica, difendi il Parlamento” e al deputato leghista che stava negando il suo gesto fascista ho ripetuto"Rifallo se hai coraggio, non nasconderti, coniglio” mimando il gesto delle orecchie da coniglio. Tutto era nato perché durante il dibattito sul provvedimento dell’Autonomia differenziata, abbiamo esposto in aula la bandiera tricolore, un gesto pacifico e simbolico per sottolineare la necessità di difendere l’unità del Paese, che il progetto di legge della Lega rischia di compromettere definitivamente””. Così il deputato dem Andrea Gnassi all’indomani delle scaramucce di martedì in Parlamento e dopo essere stato ascoltato nella giornata di oggi dal presidente Fontana in audizione insieme ai colleghi del Pd Amendola, Stumpo, Scotto e Stefanazzi per ricostruire l’accaduto.
Gnassi, che si dice “fiero di aver difeso la nostra Costituzione” specifica quindi: “Sono stato convocato dal Presidente Fontana, al quale ho ricostruito quanto avvenuto e al quale ho ribadito che senza la nostra reazione si sarebbe potuto urlare ed evocare fascismo e Decima Mas. Vedremo se saranno presi provvedimenti. Il Governo che legittimamente ha vinto governi, faccia le sue battaglie e proposte anche su autonomia e premierato, noi faremo le nostre. Tuttavia, una cosa è chiara: alla Camera non ci possono essere reiterate evocazioni fasciste di chi uccideva persino civili incidendo sui cadaveri la X. C’e stata un’aggressione squadrista a tutti gli effetti. La nostra reazione può anche essere sembrata dura, ma non è accettabile che alcuni metodi, che pensavamo esserci lasciati alle spalle, ritornino con tanta violenza nelle sedi democratiche. Penso che a cento anni dall’assassinio di Matteotti, sdoganare il fascismo squadrista che uccideva italiani e partigiani, incidendo sui cadaveri la X, è inaccettabile. Le botte in Parlamento a chi protesta sono un gesto squadrista. Una pagina ignobile, che mi chiedo quale esempio possa lasciare ai giovani che l'hanno vista. Capisco che ne può venire fuori dal Parlamento un’immagine brutta, ma non si può, questa volta no, dire la colpa è di tutti. Non si può lasciare che accada ancora”.
In una nota, il gruppo Pd della Camera comunica inoltre che “nessun deputato del Partito Democratico è stato coinvolto nelle aggressioni”, né “è stato convocato dall'Ufficio di Presidenza della Camera riguardo all'aggressione al deputato Donno da parte di alcuni deputati della maggioranza”