Nella tarda mattinata di ieri i militari della Stazione Carabinieri di Riccione hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale - Ufficio Gip di Rimini, per l’applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti di S.F., nata in Svizzera in data 11.06.1972 residente in Senigallia, poiché ritenuta responsabile di diverse condotte estorsive e maltrattanti nei confronti di alcuni anziani portatori di handicap.
La prima parte dell’attività investigativa ha riguardato, in particolare, i reati di maltrattamenti commessi ai danni di un 80enne non vedente, residente a Riccione, e nei confronti della propria madre 83enne. Successivamente un secondo sviluppo investigativo si è soffermato sull’accertamento di fatti riguardanti diversi episodi estorsivi commessi in danno dell’imprenditore marchigiano, anch’egli disabile.
Le indagini, coordinate dal Dott. ERCOLANI e condotte dai Carabinieri della Stazione di Riccione, hanno avuto avevano inizio nel mese di dicembre 2019 quando i militari della stazione hanno ricevuto una segnalazione da parte della Polizia Municipale, secondo la quale presso un’abitazione di Riccione ubicata in via Castrocaro 36, una persona di età avanzata e non vedente dalla nascita, viveva sostanzialmente segregata, ridotto in una stato di costrizione e disagio da parte di una donna.
Nella fattispecie, nel tardo pomeriggio del giorno 18.10.2019 perveniva una comunicazione telefonica alla sede dei Vigili Urbani di Riccione da parte di una donna di Bologna, la quale qualificatasi quale amica/conoscente dell’anziano uomo, confermava di avere da questo ricevuto la richiesta di aiuto attraverso il cellulare di una badante, conversazione nella quale l’anziano l’aveva esortata con forza ad andare a prenderlo.
Gli era stato tolto il computer ed il telefono con la scusa che faceva telefonate troppo costose all’estero, impedendogli così di fatto ogni possibile contatto con l’esterno. Raccontava inoltre che nella casa operavano due badanti di nazionalità straniera che durante tutto l’arco giornaliero assistevano la madre della S. e che queste, durante la quotidiana presenza nell’abitazione, avevano avuto modo di constatarne le precarie condizioni igienico-sanitarie. Infatti dalle dichiarazioni verbalizzate dagli investigatori, le badanti affermavano di aver trovato diversi indumenti tra cui lenzuola e coperte, sporche di escrementi umani e accantonati negli armadi, così come numerosi pannoloni per anziani usati e riposti poi nei mobili.
L’appartamento veniva indicato privo di acqua calda e gas metano con pareti che in diversi punti presentavano evidenti tracce di muffa. Il riscaldamento risultava assente e vi era solo una stufa alimentata a cherosene che veniva spostata, al bisogno, nelle diverse stanze ma che risultava comunque alquanto insufficiente. La straniera insomma descriveva un quadro della situazione per la quale l’anziano appariva completamente assoggettato alle volontà della S. nonchè succube delle sue pressioni psicologiche (basti pensare che l’uomo si fratturava un polso e nonostante già da tempo dovesse togliere il gesso nessuno lo aveva accompagnato in ospedale).
Dalla perquisizione eseguita – lo scorso febbraio dai Carabinieri di Riccione - nell’abitazione/lager, unitamente a personale dell’Ufficio IGIENE ed AUSL, emergeva lo stato di degrado degli ambienti ridotti in pessime condizioni igienico sanitarie.L’anziano uomo versava, insomma, in una condizione di soggezione continuativa, intesa come la sua totale dipendenza agli ordini ed al volere della S, la quale sfruttando anche l’handicap dell’anziano arrivava a gestire completamente la sua vita, riducendolo in uno stato di isolamento materiale (privandolo del telefono, del computer, ed impartendo alle persone che accedono in casa di non comunicare con lui), frustrazione psicologica (con la continua minaccia di essere trasferito in un istituto per ciechi fino alla propria morte) e sudditanza economica (impossessandosi interamente della due pensioni mensili). Alla donna l’uomo avrebbe anche erogato, oltre alle pensioni immediatamente consegnate dopo il ritiro, anche una cospicua somma di denaro quale investimento in un progetto comune, di fatto mai concretizzatosi.
La condizione di soggezione nella quale versava l’uomo, arrivato addirittura a vendere la casa di proprietà per fare fronte alla richiesta della donna, raggiungeva il punto più alto quando lo stesso veniva convinto ad andare a vivere presso l’abitazione di Via Castrocaro a Riccione dove quindi faceva conoscenza con l’anziano non vedente.
L’imprenditore ha calcolato di aver elargito alla donna direttamente o indirettamente una somma complessiva superiore ai 100 mila euro Le indagini hanno infine dimostrato che durante tutti gli ultimi anni la S. si è data alla ricerca di soggetti fragili (affetti da disabilità problematiche sanitarie o deficienze psichiche) guadagnandosi la loro fiducia per poi assoggettarli al proprio volere e disporre a piacimento delle rispettive risorse ricorrendo alla millanteria e decantando particolari conoscenze internazionali