Il Museo della Regina di Cattolica si candida ad un nuovo bando per la digitalizzazione del proprio patrimonio, l’accessibilità, ed il rinnovamento degli allestimenti. Dopo l’approvazione della Giunta Comunale di un progetto dal valore di circa 40mila euro, l’Amministrazione sta partecipando al bando “Allestimento di luoghi che richiamino la cultura delle marinerie: Musei, Porti Musei” promosso da FLAG COSTA dell'Emilia-Romagna (Azione 4.B.2) con un progetto dal titolo “Culture del Mare: storie di mare e di marineria” (Link: http://www.flag-costaemiliaromagna.it/bandi/az4b2_musei_portimusei/) .
Ideato dal Museo della Regina, in stretta collaborazione con lo studio “Marchingegno” di Ancona, il progetto intende promuovere le tradizioni, i saperi e i mestieri legati alla pesca con interventi che miglioreranno l'attrattività e l'accessibilità della Sezione di Marineria del Museo di Cattolica. Grazie all'utilizzo di tecnologie innovative e alla creazione di installazioni multimediali basate sulla metodologia dello “storytelling”, diverranno accessibili al pubblico le voci narranti di diverse generazioni di pescatori raccolte nel 1995 e poi nel 2019-2020, nell'ambito del progetto europeo “Sea People: Past Memories for Sustainable Futures” del programma “European Heritage Stories” edizione 2019. Facendosi ponte fra passato e presente, questo archivio digitale è custode di un straordinario patrimonio immateriale che racconta un mondo di saperi, pratiche e credenze oggi scomparso, ma che aprirà anche uno spaccato sulle radicali trasformazioni che l'hanno attraversato dagli anni '50, sulle sfide ambientali e sulle pratiche di pesca sostenibile.
Il progetto coinvolgerà Stafano Medas, archeologo subacqueo e presidente dell'Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale, e un Comitato Tecnico-Scientifico di cui fanno parte le più importanti realtà produttive, enti di ricerca su pesca ed acquacoltura e associazioni di marineria locali. Un progetto importante per la città, che conferma il ruolo sociale e culturale che i musei possono svolgere non sono come custodi del passato, ma anche come attori sociali capaci di trovare nel passato risorse culturali per leggere le sfide della contemporaneità e contribuire a un turismo culturale e sostenibile.