Chiede e ottiene il reddito di cittadinanza, ma il marito è in carcere col 46bis: ora rischia la condanna

L’interrogativo da sciogliere è uno solo: ha agito in buonafede o no? E a rispondere sarà il Gup del Tribunale di Rimini il 20 aprile prossimo quando si troverà davanti una 40enne che rischia una condanna da 2 a 6 anni di reclusione. Il perché è presto detto: la donna per più di un anno ha percepito il reddito di cittadinanza in quanto suo marito è tuttora in carcere. E sarebbe stato proprio lui ad omettere alla consorte un particolare determinante per ottenere il beneficio statale e cioè che l’uomo era in cella per reati legati alla criminalità organizzata. Reati per i quali non si può chiedere il reddito di cittadinanza. Ma la moglie, al momento della compilazione della domanda, non segnalò questa particolarità. E tutto è filato liscio fino a quando un controllo ha svelato l’arcano. La donna, su tutte le furie perché il marito le aveva nascosto i veri motivi della sua reclusione traendola in errore, ha chiesto e ottenuto il divorzio ma nel frattempo è stata indagata e ora dovrà difendersi davanti al giudice.